Secondo le previsioni economiche d’autunno, diffuse oggi dalla Commissione Europea, il nostro Paese quest’anno dovrebbe crescere dello 0,1%, ben un punto percentuale al di sotto della media dell’Eurozona, che dovrebbe crescere dell’1,1%; l’anno venturo la crescita dell’Italia è prevista allo 0,4%, contro una media dell’area euro stimata all’1,2%; nel 2021, il differenziale è atteso in riduzione a mezzo punto percentuale (+0,7% contro +1,2%). In tutti e tre gli anni l’economia italiana resta la peggiore: quest’anno la seconda ‘lumaca’ dovrebbe essere la Germania, a +0,4%.
La commissione europea ha rivisto al ribasso le stime di crescita dell’area euro per quest’anno e per il prossimo biennio, l’economia dell’Eurozona dunque è attesa ora all’1,1% nel 2019 e all’1,2% per il 2020 e il 2021; rispetto alle previsioni economiche di luglio, la stima è stata tagliata di 0,1 punti percentuali per il 2019 e di 0,2 pp per il 2020. Per l’intera Ue la stima è di una crescita dell’1,4% per il 2019, per il 2020 e il 2021; in questo caso la crescita per l’anno venturo è stata tagliata di 0,2 pp rispetto a luglio. Il vicepresidente della Commissione Europea Valdis Dombrovskis ha esortato “tutti i Paesi Ue con alti livelli di debito pubblico a perseguire politiche di bilancio prudenti e a porre il loro livello di debito su una traiettoria discendente. D’altro canto, gli Stati membri che hanno spazio di bilancio dovrebbero usarlo adesso.
La disoccupazione in Italia resta stabile al 10%, mentre nell’area euro dovrebbe calare dal 7,6% del 2019 al 7,3% del 2021. Secondo le previsioni economiche d’autunno della Commissione Europea, il tasso di disoccupazione nel nostro Paese dovrebbe calare dal 10,6% del 2018 al 10% quest’anno, per poi rimanere fisso al 10% nei due anni successivi. Finora il mercato del lavoro ha resistito davanti al rallentamento dell’economia; tuttavia, gli ultimi dati indicano un deterioramento che probabilmente spingerà i datori di lavoro a tagliare posti o a ricorrere a forme di lavoro temporaneo, come indica il crescente numero di lavoratori coperti dalla cassa integrazione guadagni.
Giuliano Borgna