Alla “delusione e all’amarezza” della sindaca Raggi noi [UGL ndr] rispondiamo pensando che “non c’è limite all’indecenza”. Dopo aver risposto con un silenzio assordante allo sciopero dello scorso 25 ottobre per le partecipate di Roma, oggi, in occasione di un incontro convocato per “riprendere” il dialogo, la sindaca nega il confronto, mettendo in campo un ostacolo ad hoc: dietro il motto vacuo di voler “ascoltare tutti” si nasconde, invece, l’assoluta volontà di voler ignorare il più basilare sistema di relazioni industriali, omettendo perfino le informazioni formali sulle convocazioni ufficiali e ignorando, di fatto, un’azione di sciopero congiunta e non collegiale.
«Ha deciso di convocare un nuovo incontro per il 19? Lo faremo con tutti i lavoratori in piazza». Così afferma, in una nota, Ermenegildo Rossi, segretario UGL Utl Roma e provincia. La sindaca parla infatti del bene di Roma, come se non fosse palese per i lavoratori ed i cittadini lo scempio dovuto all’incapacità di amministrare che ogni giorno mette in campo la sua giunta. Virginia Raggi continua a non mantenere impegni, raccontando una favola a cui non si può credere, prendendo decisioni unilaterali e negando il confronto a chi, per il bene di Roma, è stato costretto a proclamare e consumare un’azione di sciopero, chiedendo l’ennesimo sacrificio ai lavoratori della città.
E mentre Roma è sempre più vicina al baratro (basti pensare al ciclo dei rifiuti), lei, “sempre pronta al dialogo”, convoca un nuovo confronto addirittura per il 19 dicembre. «Questa situazione, che ha dell’incredibile, è inaccettabile per qualsiasi centro urbano, figuriamoci per una città come Roma!» così continua Rossi.
Il 19 dicembre la Raggi dovrà spiegare non solo alle parti sociali, con cui si rifiuta di interagire secondo una logica dittatoriale ed incomprensibile, ma a tutti i lavoratori e alle lavoratrici di questa città perché abbia deciso di portare Roma al collasso, condannandola al degrado più inverecondo, a scelte incondivisibili, o peggio ad un immobilismo che annienta qualsiasi possibilità di rilancio non solo delle aziende partecipate, ma di chi, con il proprio lavoro, garantisce la vita ed i servizi essenziali alla capitale d’Italia.
Lavoratori e cittadini che hanno scelto di vivere in una Roma che fatichiamo a riconoscere, nonostante i lustri del passato che pesano come macigni davanti agli occhi di chi, oggi, la osservi anche superficialmente, non potranno ulteriormente essere relegati nell’oblio da una giunta che non si interessa del bene comune.
Cristiana Enrica Ranieri