di Alberto Zei
Quando si parla della convenienza di installare un impianto fotovoltaico e si chiedono informazioni a chi si dedica a questa attività, non si riesce a sostenere il peso dei doni che verrebbero elargiti se si acconsentisse di accettare i vantaggi che provengono da tutte le direzioni: dal cielo, per la grazia del sole che ci riscalda e ci illumina (anche in questa fortunata scelta); dallo Stato che ci sovvenziona ogni genere di spesa sostenuta e sostenibile; da parte di coloro che praticano sconti favolosi con aggiunta anche di una agenda con matita colorata per annotare l’elenco dei benefici.
Quando si chiede però, quanto costa e quanto rende un impianto fotovoltaico a fronte di tanta gratificazione, qui avviene il primo intoppo. La risposta è: ”Lei non si preoccupi di questo; se non vi fosse convenienza, altri come lei non avrebbero fatto installare il proprio impianto!”
Anche insistendo in tutti i modi, le risposte che vengono date con la stessa sciolta e sicura parlantina di un annunciatore televisivo di oroscopi a fine d’ anno, le risposte riguardano tutto, meno quanto è stato chiesto.
Basta chiedere
Tornando sui miei passi, ho posto ai vari “Soloni” della Scienza fotovoltaica lo stesso quesito cercando di essere più preciso possibile nella domanda, per sapere quale sia la quantità di potenza termo-luminosa trasmessa dal sole per metro quadro di pannello solare, in 12 ore convenzionali di luce.
Ognuno dei quali si è espresso a immagine e somiglianza della propria levatura logico-intellettuale. Alla classica domanda “Che ore sono?”, le risposte, sono state perlopiù quelle proprie della loro coerenza, del tipo “Sono cipolle!”
Al fine di rispondere puntualmente al quesito richiesto, sono stati invece introdotti, bontà loro, interessantissimi parametri per un calcolo del genere.
La condiscendenza è stata quella tipica con la quale i docenti si rivolgono agli allievi più disdegnati dalla Dea Sophia, evidenziando con encomiabile pazienza, una serie di parametri indispensabili ma che, guarda caso, non erano stati proprio presi in considerazione!
È stato detto e ripetuto infatti, che per rispondere in modo corretto a quanto richiesto, deve essere preventivamente calcolata la distanza del sole dalla terra nonché la grandezza dell’ astro da cui dipende la potenza di irraggiamento; che le differenze di intensità sui paralleli terrestri rispetto all’equatore, oltre al fatto che le giornate dell’anno non sono tutte uguali; che le stagioni si differenziano per la diversa insolazione; ma che anche il percorso lunare descrive un complesso arco di circonferenza nello spazio durante le stagioni in quanto non va dimenticato che la luna segue la terra che la trascina in diverse posizioni rispetto al sole; che l’insolazione terrestre dipende moltissimo dall’angolo di incidenza del pannello solare rispetto alla sorgente; che la stessa incidenza sui pannelli è in parte corretta dal brandeggio di questi che divengono orientabili; che la medesima insolazione convenzionale comincia da zero e termina a zero nell’arco delle 12 ore; che un conto sono i kilowatt e altro sono i kilowattora; che si deve considerare il coseno dell’angolo ma anche il seno, ove si fosse iniziato a conteggiare il carico di energia dalla parte opposta; che cominciare il calcolo da est anziché da ovest, è la identica cosa purché non si commettano errori.
….Anche agli “ecologisti”
Non da meno ricche di particolari le risposte degli esperti ecologisti: quelli che quando non chiedi niente sanno sempre tutto. Figuriamoci quando domandi qualche spiegazione! La prima risposta è stata che una giornata di pioggia non esprime la medesima condizione di una di sole mentre i pannelli sul tetto degli edifici non vanno orientati a nord ma possibilmente verso sud; poi, che l’inclinazione delle tegole favorisce la giusta collocazione pannello, che non è vero che i pannelli solari sono di un metro quadro poiché si trovano tante dimensioni in commercio; che se voglio un pannello di un metro quadro devo chiederlo esplicitamente in ditta perché non è questa la forma standard; che bisogna stare attenti per calcolare un metro quadro effettivo a non considerare i bordi di materiale non fotosensibile dello stesso pannello; che un metro quadro di fotovoltaico non mi sarebbe servito a niente, in quanto ne occorrono molti di più per ogni impianto; che non c’è bisogno di fare i calcoli perché le cellule fotovoltaiche sono già pronte per l’istallazione del sistema, rivolgendomi semplicemente ad una delle tante ditte reperibili sul mercato; che la mia “preoccupazione” di quanta energia il sole irraggia nelle 12 ore convenzionali di luce su un pannello fotovoltaico o anche termo voltaico, è un falso problema poiché dopo l’istallazione, potrei misurarla direttamente; chiedere quindi, quale potenza solare totalizza un metro quadro di fotovoltaico nell’arco delle 12 ore, è una domanda che non tiene conto della virtuale potenza supplementare insita nelle sovvenzioni dello Stato per ogni kilowattora; e tanto altro ancora, finendo nel dire che il mio problema non è un problema ma un falso problema per cui, essendo falso, tutto avviene come se il quesito sollevato non sussistesse e quindi, la mia richiesta si risolve nella inutilità di chi vuol sapere il risultato di un problema che non esiste.
Passeggiavo per Roma sul Lungotevere falciato per larghi tratti dal sole al tramonto mentre riferivo tutto questo ad un insigne scienziato nazionale di fisica quantistica, il quale mi ascoltava con attenzione e condiscendenza.
Alla fine del racconto, volse gli occhi verso i raggi solari; poi si fermò ponendosi davanti a me sorridendo; pose la mano sulla mia spalla; mi guardò fisso e dopo alcuni lunghi istanti anche il suo sorriso si aprì, illuminandosi della luce del significato.