Però. Mi interessava la poesia.
Perché potevo leggerla per una pagina e chiudere il libro senza dovermi chiedere come sarebbe andata a finire. Perché era a frammenti, come la mia vita. Perché sapeva raccontarmela in modo aspro, senza la compassione che si dà a chi non sta bene. Aprendone squarci improvvisi.
Perché cercava la verità e non il successo.
Perché la vera poesia è crudele.
Perché la vera poesia fa male.
Aldo Nove, La vita oscena
Un attore, il suo pianoforte e Baudelaire.
Io e Baudelaire, primo passo di una trilogia dedicata ai poeti maledetti, è un richiamo, un’invocazione alla poesia, la direzione di un ritorno. È un dialogo con se stessi, è la ricerca delle parole, è stare sulle parole e accettare che siano importanti.
Io e Baudelaire è una domanda banale, semplice, autentica: ma se uno da piccolo vuole essere come Baudelaire, da grande che cos’è? Ma se uno, da piccolo, legge di nascosto le poesie, da grande cosa può diventare? Esiste un bambino che in un tema, a scuola, abbia scritto: io da grande voglio fare il poeta? Che cos’è un poeta?
Fa quasi paura leggere oggi i poeti maledetti, questa combriccola di creature angeliche e ostinate, schiacciati da tragiche urgenze. Fa paura vederli e immaginarli in preda all’odio per i contemporanei, non più giovani – e cosa allora? – a ragionare con la precisione di un orefice sulla parola oscura, in balia, sì, degli eccessi, ma più di tutto di una fecondità e di un’intransigenza stilistica assolute.
Ne avremmo bisogno oggi più che mai. Ma nel moto dell’anima che la commozione ci dona quando le parole ci incantano e ci tramortiscono, ci pugnalano e ci stupiscono, abbiamo più volte pensato che esistesse un legame anomalo, forse maleducato, fra pianoforte e verso. E così abbiamo deciso di attraversarlo, di provare a indagarlo.
Fra il corpo del pianoforte, impetuoso e imponente, e il corpo della parola, saettante e tagliente, noi abbiamo messo il corpo dell’attore. Si muove fra musica e verso, s’insedia in quella solitudine di cui sono e siamo, tutti, portatori, e si mostra sul palcoscenico. Si rende disponibile ad attraversare e a essere attraversato. Si fa strada nella notte, si fa canto alla luna, si fa cielo tetro e greve, si fa albatro e prova a volare. Maldestramente, maleducatamente, forsennatamente, devotamente.
Baudelaire: il poeta maledetto, il poeta da cartolina, da tazza souvenir dopo un viaggio a Parigi, da poesiola da studiare a memoria prendendo l’autobus a sedici anni, il poeta delle puttane, dei vicoli la notte, il poeta delle ossessioni, delle 865 lettere alla madre, il poeta delle contraddizioni, non voluto, non riconosciuto quando ne avrebbe avuto davvero bisogno, non amato, senza un soldo e soprattutto solo, solo, solo. È sconfinata la solitudine che ci butta addosso. Ma che cos’è un poeta?
Non molti anni fa qualcuno cantava davanti a migliaia di persone: Who wants to live forever? Forse Baudelaire se lo avesse sentito gli avrebbe voluto rispondere…
Ma vogliamo davvero vivere per sempre?
La compagnia Biancofango nasce nel 2005 dall’incontro tra Francesca Macrì e Andrea Trapani. Nel 2006 inizia la realizzazione della Trilogia dell’inettitudine: In punta di piedi (2006), La spallata (2007), una drammaturgia originale liberamente ispirata a uno solo fra i “Ricordi del sottosuolo” di F. Dostoevskij e Fragile show (2009), ancora una drammaturgia originale liberamente ispirata a “Il soccombente” di T. Bernhard. L’intera trilogia ha circuitato e continua a circuitare in Italia e all’estero (America Latina, Spagna, Austria) e nell’ottobre del 2011, dalla casa editrice Titivillus, ne sono pubblicate le drammaturgie. Nel maggio del 2012, al teatro Palladium di Roma, all’interno della rassegna Teatri di Vetro, debutta il nuovo lavoro, PORCO MONDO, prodotto dalla Corte Ospitale di Rubiera e da OffICina 1011 di Triangolo Scaleno Teatro. Da luglio a dicembre 2012 partecipa al progetto Perdutamente promosso dal Teatro di Roma e inizia un percorso scenico e drammaturgico con gli adolescenti delle scuole romane culminato nello studio: CULO DI GOMMA/ovvero la perdita dei Padri. La progettualità, artistica e pedagogica, con gli adolescenti continua nel 2014, sempre in collaborazione con il Teatro di Roma, con lo spettacolo ROMEO E GIULIETTA ovvero la perdita dei Padri | prove di drammaturgia dello sport con gli adolescenti, che ha previsto la costruzione di una compagnia formata da attori professionisti, nei ruoli degli adulti del testo shakespeariano, e adolescenti nei ruoli dei giovanissimi.
Il lavoro debutta a dicembre 2014 presso il teatro India di Roma. Nel luglio del 2014 debutta invece, in anteprima internazionale in Spagna (Almagro – Festival di Teatro Classico), con un progetto speciale nato dall’unione di una serie di artisti con percorsi ed esperienze eterogenee (Andrea Baracco | Biancofango | Luca Brinchi e Roberta Zanardo – Santasangre): HAMLET. In Italia il progetto debutta a settembre 2014 presso il Teatro Argentina di Roma, all’interno del Festival Romaeuropa. Nel 2016 | 2017 mentre continua la circuitazione di tutti i lavori (Hamlet in America Latina – Porco mondo, Fragile show e In punta di piedi in Italia) inizia il nuovo progetto, Io non ho mani che mi accarezzino il viso, prodotto da Teatro dell’Elfo, Fattore K, Teatro della Tosse che, dopo un’anteprima a Romaeuropa Festival 2017, ha debuttato al Teatro Elfo Puccini di Milano.
Nel frattempo il progetto di indagare la costruzione anomala di una compagnia formata da adolescenti e attori professionisti a partire dal testo Romeo e Giulietta di Shakespeare, dopo il debutto romano, diventa un progetto speciale su scala locale e nazionale. Fino al 2021 la compagnia realizzerà una serie di tappe del progetto in tutta Italia (ad oggi: a Roma con Teatro di Roma, a Napoli con il Teatro Bellini, a Nuoro con il Teatro della Sardegna, a Catania con il Teatro Stabile di Catania, ma ce ne sono altre ancora da definire). Nel 2021/2022 gli adolescenti di tutta Italia che hanno preso parte al progetto saranno uniti insieme in un grande e unico spettacolo sempre ispirato al testo shakespeariano, ma accompagnati da un’orchestra e da attori professionisti.
Nel 2019 inizia la trilogia dedicata ai Poeti maledetti. Il primo passo I poeti maledetti n.1 – Io e Baudelaire | Who wants to live forever? debutterà al teatro di Roma il prossimo novembre (dopo le tappe a I teatri della Cupa e a Contemporanea Festival).
Nel 2020 debutterà ABOUT LOLITA, prodotto dal Teatro Metastasio di Prato e Fattore K, in collaborazione con Twain residenze di spettacolo dal vivo e Kilowatt residenze. Michel Emi Maritato
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Costo biglietti: € 16,50
Info e prenotazioni: Tel. 06 684000311/14
I POETI MALEDETTI _ n.1 Io e Baudelaire
Who wants to live forever?
Un progetto di Biancofango
con Andrea Trapani
drammaturgia Francesca Macrì e Andrea Trapani
traduzione dal francese Francesca Macrì e Andrea Trapani
regia Francesca Macrì
luci Gianni Staropoli
consulenza al pianoforte Irene Ninno
direzione tecnica Massimiliano Chinelli
produzione Fattore K
Dal 29 Novembre al 1° Dicembre
29 e 30 Novembre ore 20,00
1° Dicembre ore 17,00
TEATRO VILLA TORLONIA
via Lazzaro Spallanzani 1/A, ROMA (RM)