Un gesto importante il loro: lottare per i diritti dei propri connazionali in India. Bhai Gurbaksh Singh da 53 giorni lotta pacificamente portando avanti con forte convinzione uno sciopero della fame. Lo scorso anno lo stesso aveva scioperato per 45 giorni.
Secondo quanto riportato dai media locali indiani e dai social networks di tutto il mondo alcuni prigionieri sikh avrebbero terminato la loro pena prescritta dal tribunale, ma sarebbero ancora oggi in carcere.
A centinaia sono venuti a manifestare a gran voce nel cuore di Roma, giovani e anziani da varie parti d’Italia. La comunità sikh in Italia è una delle più numerose, la loro migrazione in Italia risale a più di 20 anni fa e nell’ultimo decennio la comunità ha avuto un incremento grazie anche ai ricongiungimenti familiari. I sikh in Italia comprende circa 250 mila cittadini distribuiti in tutto il territorio italiano, in particolare nelle zone agricole della Pianura Padana e dell’Agro Pontino.
Nelle ultime settimane le comunità indiane sikh di tutto il mondo si stanno mobilitando a sostegno di Bhai Gurbaksh Singh, affinché vengano rispettati i diritti umani delle minoranze in India e nel mondo.
Il loro vuole essere un sollecito nei confronti del Primo Ministro Indiano Narendra Modi e del Ministro degli Interni affinché venga ottenuto il rilascio di coloro che avendo già scontato la pena sono ancora oggi in carcere.
I sikh non dimenticano però la loro solidarietà ai due giovani Marò, ancora oggi in attesa di giudizio. La manifestazione è stata organizzata dalla Italy Sikh Council, uno dei numerosi gruppi di religione sikh che risiede in Italia da diversi anni.
Ancora oggi Bhai Gurbaksh Singh continua la sua pacifica lotta per ricordare che la legge è uguale per tutti. Qualora il Governo indiano non rilasciasse a breve i prigionieri, è pronto a smettere anche di bere.
Articolo e foto di Katiuscia Carnà