Pupi Foschi al MAAM Museo dell’Altro e dell’Altrove di Metropoliz_città meticcia. Interverrà Giorgio De Finis, direttore del MAAM. L’opera entrerà a fare parte della collezione permanente del museo.
Il dipinto, realizzato ad acrilico e olio su tavola di metallo delle dimensioni di cm 110 x130, fa parte di una serie di disegni e dipinti su fondo rosso dal 2013 al 2018: una figura di donna seduta in abiti anni ’50 che sorseggia una tazza di tè all’interno di una stanza il cui unico riferimento spaziale è una piccola finestra con le sbarre. Alla caviglia un cartellino reca la scritta “for sale”, un tavolino da tè accanto a lei, i guanti alle mani, una posizione composta e signorile, un filo di perle , la veletta ed un cappello che le copre il volto che potrebbe essere quello di qualunque donna.
Opere specchio nelle quali un’ironia cinica gioca sull’apparenza del costume borghese, sull’aspetto dell’apparenza inappuntabile di una educazione rigida della quale l’artista fa spesso citazioni . Non è dunque un autoritratto; tuttavia l’opera presenta evidenti richiami autobiografici e un senso profondo di ironia e sarcasmo. Un’educata apparenza “in affitto” di qualsiasi strato borghese, un’osservazione muta di quanto possa essere limitante e soffocante un ruolo imprigionato da certe convenzioni sociali benpensanti. Una protesta che si staglia provocatoriamente con un tono squillante di rosso, colore spesso presente come dominante cromatica in molti altri dipinti ed illustrazioni. La donna seduta attende in un tempo definito dal rosso e dalle linee semplici e minimaliste un eterno sospeso e immutabile; il contrasto tra la gestualità rasserenante di una tazza di tè e l’impossibiltà di uscire da un contesto chiuso, ma pieno di passioni nascoste o recluse; i nasi da clown, le scarpe rosse con il tacco, lo smalto rosso ai piedi e i volti spesso nascosti da maschere o assenti del tutto, donne prive di volto o di bocca, rappresentate con un linguaggio espressivo piatto, dove solo gli occhi sono l’unico elemento realista in una prospettiva disobbediente alle regole dell’immagine accademica, se non volutamente deformate nelle proporzioni.
Così scrive di lei Fabio Benincasa, curatore della mostra
“ La perfezione e l’irrigidimento formale tipica degli interni borghesi dell’epoca di Casorati e Donghi è allusa e messa in questione nell’opera di Pupi Fuschi che ci trasporta in un universo paradossale, in bilico fra apologo e aradosso. Il tè, come in Alice nel Paese delle Meraviglie, allude a un rito atemporale, il cui sereno appagamento è contraddetto dalla folle pulsione di possesso evocata dal cartello e dalle sbarre alla finestra. Del resto gli spazi aprospettici del disegno evidenziano la sua natura di rappresentazione mentale, nella quale la persona, come i vestiti e la mobilia, diventa oggetto del desiderio e del controllo dello sguardo sul corpo femminile. La collocazione dell’installazione dell’artista all’interno dello spazio perturbante della cosiddetta “Sala del mare” del MAAM e la drammaticità esplicita di molte delle opere circostanti contribuisce ad arricchirne la polisemia. Le acque empestose e inquinate da paperelle fiammeggianti, disegnate da Hitnes sulla parete, accolgono l’imperturbabile bevitrice di tè, concedendole un ulteriore supplemento di surrealtà, come accade ai quadri e alle tappezzerie che sopravvivono incongruamente tra le rovine di una guerra o di un terremoto.”
Parliamo di Pupi Fuschi, pseudonimo di Stefania Di Lorenzo.
Pupi nasce a Palermo nel 1970, dopo una laurea in pittura all’accademia nel1997, incomincia ad occuparsi di restauro del dipinto antico, design del gioiello e arredamento d’interni, ma non abbandona mai la passione per la pittura e l’illustrazione e dal 2007 si dedica esclusivamente all’attività artistica partecipando a numerose mostre collettive ed eventi artistici . Semifinalista al premio Cairo Mondadori nel 2015 con il disegno “tè for sale”, nel 2014 è vincitrice della gara di scrittura creativa con la Bonanno Editore.
Copywriter free lance, dal 2016 collabora come illustratrice per la rivista scientifica Nova . Nel 2017 realizza le illustrazioni per il libro di ricette dell’Accademia Italiana della Cucina ( delegazione di Palermo). Ritrattista e ironica illustratrice a china dal tratto decisamente minimale , sensuale e cinico nei contenuti, a volte provocatori, senza mai offendere il comune senso del pudore. I nudi femminili e i numerosi ritratti delle sue figlie sono una costante poetica. L’ultima mostra personale dal titolo “mostra spettinata “si è tenuta a Palermo nel dicembre 2017 a cura di Alessandra Consiglio, critico d’arte.
Hanno scritto di lei :
Alberto Samonà,Claudio Riolo, Giorgio D’Amato,Giusi Patti, Fabio Benincasa. Attualmente è rappresentata a Roma dalla Galleria Contatto. E’ presente nel Catalogo dell’Arte Moderna N 53 edito da Giorgio Mondadori.
Vive a Palermo e lavora tra Palermo e Roma. Michel Emi Maritato