Ieri a Roma si sono ritrovati in più di centomila a piazza San Giovanni, una vera festa fra “Bella Ciao” e l’Inno di Mameli. Presente uno dei fondatori, Mattia Santori che ha spiegato: “L’idea era riempire la piazza e cambiare un po’ la percezione della politica in questi anni. Direi che l’obiettivo è stato raggiunto”. Santori ha poi aggiunto: “Esattamente un mese fa la piazza di Bologna lanciava un segnale che era anche un grido di speranza, quando la bestia del populismo fa campagna sul tuo territorio hai due scelte: stringerti o perderti. La piazza di Bologna ha scelto di stringersi e dire: qui non si passa. Siamo a 113 piazze e il segnale si è amplificato e ha assunto diverse forme”. Sempre nella giornata di ieri, a Roma, si è tenuto un incontro fra i coordinatori delle Sardine “per programmare la nuova ondata di gennaio“.
I sei punti su cui si basa il popolo delle Sardine?
“Pretendiamo che chi è stato eletto vada a fare politica in sede istituzionale – le sue parole – e non campagna elettorale permanente”. E ancora: “Pretendiamo che chiunque ricopre la carica di ministro comunichi solo sui canali istituzionali. Pretendiamo trasparenza nell’uso che la politica fa dei social, sia economica sia comunicativa”. Quindi “Pretendiamo che il mondo dell’informazione protegga, difenda e traduca questo sforzo in messaggi fedeli ai fatti”. “Pretendiamo che la violenza venga esclusa dai toni e dai contenuti della politica in ogni sua forma. E’ il momento che violenza verbale venga equiparata alla violenza fisica”. Infine l’ultima richiesta: “di ripensare al decreto sicurezza”.
Il popolo delle sardine è un “non-partito” per definizione e difatti ha bandito tutti i simboli politici ad eccezione ovviamente delle sardine. Il movimento che sta nascendo in questi mesi non piace a Matteo Salvini e a Giorgia Meloni, ma ha trovato molti altri ammiratori, a cominciare dal presidente del consiglio, Giuseppe Conte, che parlando nelle scorse ore da Bruxelles, dove era in corso il Consiglio Europeo, ha affermato: “È un movimento che mi procura simpatia, c’è voglia di partecipazione, non vedo perché dovremmo essere preoccupati da queste manifestazioni di cui colgo tutta la positività”.
Mentre scrive la smentita sulla partecipazione di casapound alla manifestazione il leader Simone di Stefano, dopo aver postato una foto mentre mangia del pesce fritto in piazza Venezia a Roma:
“No, non andremo a cantare Bella Ciao. Hanno parlato i quattro leader chiudendo a qualsiasi cosa. A questo punto non ci interessa”. Così poi Di Stefano, in una dichiarazione all’AdnKronos, ha chiuso a una possibile partecipazione di CasaPound. “A San Giovanni non andremo. Quanto accaduto è la dimostrazione che non si vuole dialogare ma solo essere contro. È la certificazione che questa piazza, questa sinistra, non va da nessuna parte: vorrebbe essere nuova, fresca e frizzante, ma, se si riduce a stare in piazza e cantare Bella Ciao, non serve allo scenario politico italiano e a noi non interessa. Alla fine, quella delle sardine si è rivelata la solita piazza della sinistra radicale, niente di nuovo. L’ennesimo bluff”.