Così Marco Ricceri, segretario generale dell’ EURISPES, ha aperto, alla Biblioteca Nazionale Centrale di Roma,la presentazione del XXVII Rapporto annuale sullo “Stato dell’ Italia”: vera e propria fotografia del Paese che ogni anno l’ente di ricerca presieduto da Gian Maria Fara elabora col lavoro di circa 6o ricercatori.
“Tre– ha proseguito Ricceri – sono i filoni di ricerca su cui ci siamo concentrati quest’anno: il mondo delle comunicazioni, puntando a gettare le basi d’una possibile educazione all’uso dei media (UNESCO, Consiglio d’Europa, Commissione UE stessa si preoccupano del modo subdolo con cui i mass media oggi possono condizionare la mente delle persone).Il lavoro e le politiche sociali (la stessa OCSE ha raccomandato ultimamente alle democrazie industriali di non esagerare con flessibilità “e dintorni”, per non distruggere, letteralmente, il loro grande capitale sociale e umano). E la qualità dello sviluppo, la sua sostenibilità da parte della collettività, sul piano culturale, sociale e urbano“.
Andrea De Pasquale, nuovo direttore della BNC, ha preannunciato l’inaugurazione (il 10 febbraio, col ministro per i Beni e le Attività Culturali,Dario Franceschini)di “Spazio ‘900“, nuova area espositiva della Biblioteca dedicata alla narrativa e alla cultura del “Secolo breve” (con la ricostruzione, tra l’altro, dello studio di Elsa Morante, comprendente molti degli arredi originari, donati da Carlo Cecchi, erede della scrittrice). Paolo De Nardis, docente ordinario di Socioogia alla relativa Facoltà della “Sapienza“, ha ricordato l’abituale modo di fare ricerca dell’ EURISPES, centrato soprattutto sull’analisi delle dicotomie sociali ( “Quest’anno: normale-artificiale; città- campagna, non piu’ in antitesi come in passato; coraggio-rinuncia; presente-futuro“).
E proprio al futuro- dopo i doverosi ringraziamenti al team di ricercatori e collaboratori dell’ Istituto – ha guardato l’intervento del Presidente, Gian Maria Fara. “I principali indicatori economico-sociali“, ha osservato Fara, ” mostrano un quadro di questo Paese davvero preoccupante. Basti dire che la disoccupazione ha raggiunto il massimo livello degli ultimi decenni, il potere d’acqusito delle famiglie è sceso al minimo, ed anzi il 47% delle famiglie italiane non ce la fa ad arrivare a fine mese. La fiducia nelle istituzioni è fortemente calata per il 70% dei citadini (si salvano solo forze armate e forze dell’ordine, mentre la Chiesa è salita dal 49% circa al 62%; Papa Francesco I fa l’ “en plein”, con un “indice di fiducia” pari all’ 80%). Cosa ancor piu’ negativa,è che il 40% circa degli italiani oggi sta pensando di andare a vivere all’estero; mentre il 44% ritiene che sia indispensabile per il Paese uscire dall’euro( erano, rispettivamente, il 36,4% e il 40% a fine 2013).Una burocrazia soffocante e con ritmi da tartaruga, poi,è da sempre il “grande fardello” dell’ Italia.Per uscire da questa generale crisi“, ha concluso Fara, “non si può che puntare su un mix di rinnovamento e conservazione: riforme radicali unite alla valorizzazione di quelle che sono le nostre eredità positive. Ma- ecco i quesiti fondamentali – una scelta di questo genere riuscirebbe a superare le forti resistenze interne al sistema? E soprattutto, i nostri partner europei, al di là dell’ufficialità, vogliono veramente un’Italia piu’ forte, piu’ moderna, piu’ autorevole e presente sulla scena internazionale?“. Eleonora Marsella