Su Change.org (organizzazione, d’indubbia serietà, attiva da tempo per la difesa di ambiente e diritti umani), si può firmare una petizione per salvare il “Made in Italy” alimentare, presentata da Great Italian Food Trade, portale internazionale in 8 lingue, nato nel 2012, dedicato al “food and beverage“, made in Italy, sostenibile di qualità.
“A partire dal 14 dicembre scorso,infatti“, rilevano i portavoce di G.I.F.T., “le eccellenze alimentari italiane sono esposte al grave rischio di venire confuse con i falsi, i cosiddetti prodotti “Italian sounding”, che di italiano scimmiottano soltanto il nome“.
A minacciare il patrimonio del “Made in Italy” alimentare, e – cosa ancor piu’ grave – la stessa salute dei consumatori, è, precisiamo, la scomparsa, sull’ etichetta dei cibi, dell’ indicazione dello stabilimento produttivo degli alimenti. Un’informazione – in Italia obbligatoria sin dal 1992, con apposita legge nazionale – che permette d’ individuare immediatamente il luogo di produzione di un alimento: facilitando così eventuali azioni legali per la tutela del diritto alla salute dei cittadini. Dal 14 dicembre, appunto, la presenza di quest’indicazione sulle etichette dei cibi non è piu’ obbligatoria, secondo le nuove norme comunitarie: ma l’Italia può senz’altro opporsi,rivendicando l’applicazione della propria legge del 1992.
“La mancata attivazione del governo italiano in sede europea, tuttavia“, rileva Great Italian Food Trade, insieme alla testata “ilfattoalimentare.it“, “sta mettendo in serio pericolo il Made in Italy: con gravi ricadute sull’occupazione dei lavoratori e su quelli che sono i benefici dell’export per l’ economia nazionale“. Oltre, è evidente, ai pericoli per la salute di tutti i consumatori che questa “deregulation” alimentare (rientrante, osserviamo, tra le peggiori politiche di liberismo sfrenato cui da tempo s’ispira la filosofia UE) può innescare: in un’ Italia, peraltro, dove a tanti imprenditori del settore agroalimentare responsabili e apprezzati, da sempre s’affiancano (vedi vicende come i salumi con gli escrementi, anni ’70, e il vino al metanolo, anni ’80) personaggi a dir poco senza scrupoli. Per tutte queste ragioni, i promotori della petizione chiedono l’immediata attivazione dei ministri competenti, anzitutto Politiche comunitarie e Politiche agricole, alimentari e forestali.
di Fabrizio Federici