È giunto dall’Argentina il messaggio disostegno al centro antiviolenza appena riaperto e dedicato alla figura di Marianne Erize. Un modo per costruire un ponte oltre il tempo e lo spazio da parte della famiglia della giovane desaparecida uccisa e violentata dai carnefici del regime di Videla.
«L’apertura di un centro di protezione delle donne contro la violenza costituisce, in primo luogo, un asilo fisico per loro ma anche un luogo di denuncia delle violenze che soffrono e che ancora non si conoscono a sufficienza e che tanto meno sono punite» si legge nel messaggio inviato dalla famiglia Erize. «Per questo motivo, dare il nome di Marianne Erize a questo luogo ha una eco simbolica molto forte. Marianne fu vittima 40 anni fa della violenza politica, della quale uno dei volti fu la violenza sessuale che le inflissero i suoi torturatori e che molte donne soffrono nel mondo».
«Ci congratuliamo che la figura lottatrice di Marianne accompagni la vostra lotta» conclude la nota. «Un messaggio commovente e toccante – ha sottolineato Stefania Catallo, presidente del centro antiviolenza Tor Bella Monaca – letto all’atto dell’inaugurazione del centro da Diana Caggiano, argentina e da tanti anni nel nostro Paese, in rappresentanza del gruppo di argentini per la memoria, la giustizia e la libertà, che ha evidenziato come ancora oggi la violenza sessuale sia un aspetto particolare delle violenze contro i diritti umani che vengono perpetrate nel mondo. Siamo contente di portare avanti il messaggio che ha lasciato Marianne perché la sua figura è quella di una giovane che ha fatto della difesa dei diritti di tutti, e dei più deboli soprattutto, una nobile ragione di vita. Per noi questo significa percorrere una strada tracciata da altri prima di noi con grande senso di responsabilità e di dedizione» ha concluso Catallo.
di Fabio Galli