ROMA – Durante l’odierna lettura dell’Angelus a San Pietro, il Pontefice è tornato a pregare per i cristiani perseguitati in Siria e in Iraq.
Nel suo discorso, di fronte a una piazza gremita di fedeli, ha detto: «Non cessano, purtroppo, di giungere notizie drammatiche dalla Siria e dall’Iraq, relative a violenze, sequestri di persona e soprusi a danno di cristiani e di altri gruppi. Vogliamo assicurare a quanti sono coinvolti in queste situazioni che non li dimentichiamo, ma siamo loro vicini e preghiamo insistentemente perché al più presto si ponga fine all’intollerabile brutalità di cui sono vittime. Insieme ai membri della Curia Romana, nell’ultima Santa Messa di venerdì scorso, ho offerto degli Esercizi Spirituali. Nello stesso tempo chiedo oggi a tutti, secondo le loro possibilità, di adoperarsi per alleviare le sofferenze di quanti sono nella prova, spesso solo a causa della fede che professano. Preghiamo per questi fratelli e sorelle che soffrono per la fede in Siria e in Iraq, preghiamo in silenzio».
Poi Bergoglio, proseguendo nella lettura del testo, ha commentato la trasfigurazione di Gesù con le seguenti parole: «L’amore è capace di trasfigurare, l’amore trasfigura tutto. Gesù dona la sua vita affinché tutti gli uomini siano salvati e affinché ci incontriamo nella felicità eterna. Il cammino di Gesù ci porta alla felicità, non dimentichiamolo, sempre ci porta alla felicità, ci sarà magari una croce, le prove, ma alla fine ci porta alla felicità, Gesù non ci inganna, ci ha promesso la felicità e ce la darà se noi andiamo sulle sue strade».
Infine il Papa si è soffermato a parlare delle tensioni in atto nel Venezuela, esortando «tutti al rifiuto della violenza in modo da poter riprendere presto un cammino di pace per il bene del Paese, riaprendo spazi di incontro e dialogo sinceri e costruttivi».
Ernesto De Benedictis