Una Roma senza ne gioco ne idee esce dal Bentegodi con un misero punto da aggiungere alla lista dei rimpianti di una stagione che avrebbe dovuto essere e che non sarà. Contro il Chievo di Maran, gli uomini di Garcia, non vanno oltre lo zero a zero, palesando limiti e difficoltà che si credevano scacciati dopo la fuorviante vittoria di Rotterdam.
Novanta minuti di buio totale. Nessun guizzo. Nemmeno un sussulto del gioco mostrato la scorsa stagione. Quella Roma non c’è più. E gli avversari lo sanno. Ecco allora che al Chievo basta poco per portare a casa un punto fondamentale in ottica salvezza. Ad oggi, svolgere il classico “compitino” basta e avanza per fermare questa Roma. Che non riesce ad uscire dal tunnel imboccato da dieci gare a questa parte. Sono infatti otto i pareggi collezionati negli ultimi dieci match del 2015, che, di diritto, sono valsi a Garcia l’appellativo di ‘Mister X’ del campionato in corso.
Troppe le occasioni sprecate dai giallorossi, che prima con Iturbe, e poi con Gervinho, vanno vicinissimi al gol del vantaggio. Quello che con molta probabilità, contro l’attacco meno prolifico della Serie A, avrebbe significato vittoria. Invece no. La Roma non si limita a non trovare la rete, ma rischia addirittura di subirla grazie alle iniziative di Paloschi e Pellissier che trovano però, sulla loro strada un attento Morgan De Sanctis.
A parte il tragico infortunio di Mattiello, che in seguito ad uno scontro di gioco con Nainggolan, riporta una frattura scomposta di tibia e perone della gamba destra, al Bentegodi non succede nient’altro. A regnare sovrana è la noia. Una noia che ha il sapore di resa. Prima del tempo. Prima dei numeri. Si, perché è la Roma a non crederci più. Una squadra in balia di se stessa. Dei suoi sogni. Dei suoi mancati obiettivi.
Michela Cuppini