«Siamo concentrati sul Coronavirus, salito tristemente alla ribalta della cronaca, e nessuno sta affrontando seriamente quella che potrebbe essere una futura e altrettanto grave emergenza sanitaria: i rifiuti a Roma. Con un piano regionale fermo al 2012, e la totale mancanza di aree di stoccaggio. Attualmente a Roma non ci sono più discariche dopo la chiusura di Colleferro. Malagrotta, è chiusa dal 2013. Termovalorizzatori neanche a parlarne. I Centri di trattamento, i famosi TMB sono quasi al collasso – E’ quanto denuncia Alessandro Carnevali – presidente del comitato per Roma città Regione. In questo scenario drammatico siamo appesi a degli accordi a termine, fatti con due regioni Marche e Abruzzo per stoccare le cinquemila tonnellate di rifiuti che vengono prodotti giornalmente a Roma. Con l’approssimarsi dell’estate avremo in città elevate temperature, se si dovesse verificare la situazione di dicembre il che è molto probabile, ci troveremo delle vere e proprie centrali chimiche in prossimità di ogni cassonetto. In questo momento ci sono queste due Regioni che si prendono i rifiuti e tengono apparentemente la situazione in condizioni normali, ma andando avanti così è come dire: dormite sonni tranquilli, in un palazzo che si regge solo su un’unica colonna precaria.
Ci chiediamo, sarà possibile evitare tutto questo? Comune e Regione Lazio che stanno facendo, litigano come sempre? Dobbiamo aspettarci provvedimenti di emergenza, o peggio, ripercussioni sulla nostra salute come sta dicendo da mesi l’ordine dei medici? «La questione dei rifiuti potrà essere risolta solo attraverso un nuovo ordinamento giuridico amministrativo di Roma come città Stato. Per questo – conclude Carnevali, abbiamo stilato un manifesto e stiamo iniziando a sensibilizzare la cittadinanza sulla possibilità concreta di cambiare davvero in meglio la nostra capitale».
Arianna Calandra