Intervista all’astrofisico Federico Nati, tornato in Italia dopo la sua seconda missione in Antartide. Federico si è raccontato per presentare il suo nuovo libro “L’esperienza del cielo. Diario di un astrofisico”, edito da La Nave di Teseo.
Il libro testimonia le difficoltà quotidiane affrontate durante la spedizione internazionale in Antartide del 2018, mirata a studiare le origini del cosmo grazie a un telescopio di ultima generazione lanciato nella stratosfera (lo stesso presente sulla copertina del libro).
Con grande umanità, Federico ci rivela cosa vuol dire essere un ricercatore, senza tralasciare i fallimenti e le rinunce, puntando i riflettori su quegli scienziati che ogni giorno lavorano a nuovi esperimenti e spesso falliscono.
“Anche questo fa parte del gioco” ha detto Federico “Perché senza errore non c’è crescita”.
Federico nasce a Roma nel 1975. Dal 1999 è un astrofisico sperimentale, costruisce e progetta avanzati telescopi per misure di cosmologia, nel tentativo di capire le origini dell’universo, l’evoluzione del cosmo e la nascita delle stelle. Nel 2014 l’Università di Princeton gli affida la gestione dell’Atacama Cosmology Telescope, in Cile. Dal 2015 si trasferisce alla UPenn, dove lavora alla costruzione del telescopio Blast. Si è recato in missione in Antartide nel 2018 e nel 2019. Attualmente svolge ricerca e insegna presso l’Università di Milano – Bicocca.