D’intesa con la Protezione Civile Nazionale, la Regione Lombardia e l’Asst Papa Giovanni XXIII di Bergamo, l’Associazione Nazionale Alpini schiererà il suo Ospedale da campo all’interno dell’area dell’Ente Fiera di Bergamo, per contribuire a fronteggiare l’epidemia di Covid-19, che sta funestando in particolare l’area della Lombardia Orientale. Tale operazione prevede il dispiegamento di gran parte delle strutture dell’Ospedale Maggiore e dell’Ospedale Leggero, con il relativo supporto logistico. Per l’occasione saranno utilizzate delle tensostrutture e tende di diverse dimensioni, per arrivare a disporre di oltre trecento posti, tutti predisposti di impianto ad ossigeno, di terapia sub intensiva per pazienti già usciti dalla fase critica, e di alcune ampie zone comuni e 24 camerette a 4 letti. Già nella fase iniziale circa 100 pazienti potranno essere trattati con “casco” respiratorio. In questo ospedale da campo saranno operative circa un centinaio persone al giorno, tra personale sanitario dell’Ana, degli ospedali bergamaschi, alcuni medici cinesi e personale tecnico, e secondo Sergio Rizzini – direttore generale della Sanità Ana : « Se non ci saranno particolari difficoltà, l’operatività dei primi posti letto dovrebbe concretizzarsi entro una settimana- […].“Le nostre dotazioni saranno pronte entro tre giorni, però bisognerà provvedere anche a strutturare l’impianto per l’erogazione dell’ossigeno e ad installare gli shelter per i bagni e le docce, interventi che richiederanno qualche giorno in più». I vari padiglioni della Fiera di Bergamo dispongono di ampi spazi, che dovranno essere rapidamente adattati alle esigenze del caso. Ironia della sorte, l’idea dell’ospedale da campo dell’Ana nasce nel 1976, in occasione del terribile terremoto che funestò il Friuli Venezia Giulia, quando un gruppo di medici e infermieri dell’Ospedale Maggiore di Bergamo, tutti volontari , operò sin dalle prime ore dalla catastrofe nel territorio devastato. «L’Associazione Nazionale Alpini conferma così la sua storica e collaudata volontà di agire a favore del Paese. L’Ospedale da campo è una risorsa che le penne nere hanno voluto, con lungimiranza e notevole impegno, proprio per affrontare le situazioni di emergenza. Al tempo stesso non possiamo non sottolineare come capacità come questa siano espresse da una Associazione che ha tratto per oltre un secolo la propria linfa dal servizio prestato dai giovani allo Stato; servizio che, perciò, con forza, continuiamo a chiedere che, con moderni metodi e nuove sinergie, sia nuovamente istituito”- ha così dichiarato Sebastiano Favero il presidente nazionale Ana.
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