La politica internazionale, è una seria e articolata partita di scacchi, che non si improvvisa. La crisi diplomatica in atto tra Roma e Pechino, non nasce certo ora ma sul recente passato. Il risultato “è pandemico”. Sotto Conte, l’intera politica internazionale non è stata impostata, quella cinese in particolare. All’inizio di questo Governo il minstro Savona voleva reimpostare un rapporto con la Cina, ma proprio il rapporto in questione arrivava in un momento delicato. Quella di oggi non è la Cina di un decennio fa, già nel 2018 era al centro di crescenti dispute con gli Usa, quindi il rapporto andava reimpostato alla luce di quello che l’Italia ha con il suo maggiore alleato: gli Stati Uniti. Questo approccio che il prof. Savona sosteneva, non è stato perseguito dal Governo, che ha firmato l’accordo sulla Belt and Road contro il volere americano. Pechino è stata ingenua: come potrebbe un Paese Nato andare contro il volere del principale partner dell’alleanza? L’opinione internazionale, la posizione degli Usa e il fatto che l’Italia è parte del mondo occidentale e non cinese, hanno prodotto una reazione a molla. Siamo andati da un estremo all’altro: dalla volontà di firmare un accordo con la Cina senza considerare le obiezioni Nato. Questa incapacità di trovare una misura è il punto di base. Sono scappati i buoi e non possiamo richiudere i le porte. Se l’Italia bloccherà i voli fino al 29 aprile, certamente il turismo cinese crollerà. Le grandi imprese legate al lusso naturalmente soffriranno, sia per la specificità italiana sia per l’effetto del coronavirus che nel breve-medio periodo sarà pesante. Nello scenario di una neo/guerra fredda, Putin prepara il dopo Putin, ma allo stesso tempo dimostra di avere più potere che mai, non solo sul piano delle relazioni internazionali quanto sul versante interno. Non prepara una futura successione individuando un Delfino, ma abbozzando un modello di riorganizzazione dello Stato in cui avrà comunque un ruolo di influenza sulle strategie internazionali, anche dopo il 2024, quando arriverà a scadenza l’incarico di Presidente della Federazione Russa.
Le riforme costituzionali abbozzate nel discorso tenuto il 15 gennaio scorso davanti all’Assemblea Federale non comportano dunque una riduzione dei poteri dei futuri Presidenti, ancorché il ruolo del Parlamento sarà più incisivo rispetto al potere attuale di accettazione o meno, in blocco, del Governo designato dal Presidente. Non c’è dunque all’orizzonte una Russia dedicata al rinforzo interno, ma un filo delicato fra Usa e Cina che tramite l’ architepico fronte franco/tedesco sta utilizzando L’Italia per distogliere l’approvazione del Mes alla popolazione? È questo il gioco psicosi? O è vera pandemia? Parafrasando Hölderlin potremmo asserire che dove cresce il pericolo lì cresce anche la miseria del neoliberismo. È bastato semplicemente un virus a far crollare il castello di carta con tutte queste menzogne. È bastato semplicemente un virus a mostrare la falsità completa del liberismo, metodo di Governo che avevano spacciato come buono per tutti, quando in realtà era solo una vile copertura dei loro biechi interessi di classe. Il 16 marzo una data a caso verra’ approvato il Mes… Ebbene sì, proprio il Mes, quel dispositivo mortifero destinato ad annichilire la sovranità nazionale che non era stato approvato un tempo e per il quale secondo i monopolisti del discorso avremmo potuto dormire sonni tranquilli.
È un dato di fatto? Il coronavirus viene già usato a tutti gli effetti come un modello di governo liberista? Contiamo i morti di un capriccio economico?
Michel Emi Maritato