Roma. Le nuove forme di contrasto al Coronavirus fanno discutere i militari. A seguito del cambiamento della circolare l’effettuazione dei tamponi, è partita la contestazione del sindacato “Libera Rappresentanza dei militari”.
Nella nota diffusa a mezzo stampa, L.R.M. invita il Ministero della Difesa ad essere più incisivo nella sua azione politica a tutela della salute dei militari italiani: “Prendiamo atto con amarezza di quanto riportato dal quotidiano ‘La Repubblica’ del 21 marzo 2020. E’ davvero triste”.
L’articolo ha riportato quanto segue: “Il Ministero della Salute pubblica sul suo sito l’annullamento e sostituzione della circolare del 19 marzo e dal testo scompare il riferimento ai militari. Andranno quindi analizzati prima i campioni del personale sanitario, cioè di quei professionisti in prima linea nella battaglia al Coronavirus. Tra l’altro, la rapidità di risposta ai test fatti su medici, infermieri e altri professionisti della sanità, è fondamentale per capire chi può continuare a fare il suo fondamentale lavoro e chi invece deve fermarsi perché malato. I militari aspetteranno il loro turno come tutti gli altri cittadini”.
La rabbia del sindacato è tangibile: “I militari impegnati in prima linea non si possono paragonare cinicamente al cittadino che resta a casa per disposizione del governo. I militari e i mezzi dell’Esercito Italiano sono impiegati in prima linea, su richiesta dei governatori, sul territorio nazionale per soccorre la popolazione, per trasportare i cadaveri negli inceneritori, per organizzare gli ospedali da campo. I militari vengono impegnati allo stesso identico modo degli operatori della sanità mettendo a rischio la propria salute e quella dei propri familiari. Noi dell’associazione sindacale ‘Libera Rappresentanza dei Militari’, auspichiamo una maggior incisività politica e determinazione con atti concreti da parte del Ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, così che venga fornito al personale militare un kit per la sicurezza della salute. Altresì, si richiede di verificare il loro stato di salute attraverso il tampone, come giusto che sia, allo stesso identico modo degli operatori sanitari, degli agenti della polizia, della penitenziaria, del soccorso pubblico, della protezione civile e di tutti gli attori in campo per la guerra contro la diffusione del Coronavirus”.
Nel finale del convegno L.R.M. (in videoconferenza su Skype ed in diretta live su Facebook), tenutosi sabato 21 marzo 2020, alle ore 17:00, diversi militari hanno espresso la loro preoccupazione in relazione alla tutela della loro salute. All’evento hanno partecipato: il presidente della Commissione Difesa al Senato, Laura Garavini; il medico parlamentare on Paolo Russo; l’ex Ministro della difesa, dott.ssa Elisabetta Trenta; il deputato regionale della Campania e Generale di Corpo d’Armata (Ris.), Carmine De Pascale.
Ubaldo Marangio