Come già annunciato, Atac ha attivato la procedura, che diventerà operativa nei prossimi giorni, per accedere al Fondo di solidarietà che interesserà fino a 4.000 dipendenti per 9 settimane. Tale strumento contribuira’ in modo importante a fronteggiare la situazione di emergenza provocata dalla diffusione del virus Covid -19, che purtroppo sta determinando di giorno in giorno una perdita economica rilevante per l’azienda.
Atac infatti, oltre al crollo della domanda di trasporto, e quindi dei ricavi da bigliettazione, deve far fronte alla cessazione di intere filiere operative e alla disposta contrazione della produzione chilometrica, che provocano il taglio di altre attività. Intere famiglie professionali sono di conseguenza al momento improduttive o parzialmente produttive. Una situazione evidentemente non sostenibile per l’azienda, impegnata com’è noto anche in una procedura di Concordato.
La decisione di attivare il Fondo è stata assunta a malincuore. Atac è consapevole della difficoltà che determinerà per migliaia di dipendenti e per le loro famiglie, in un momento così grave per il nostro Paese. L’azienda, tuttavia, ha preso questa decisione con pieno senso di responsabilità, proprio al fine di continuare a garantire a tutti il posto di lavoro. Per ridurre al minimo l’impatto delle decisioni assunte, nelle more che i meccanismi del Fondo si attivino, Atac anticiperà ai dipendenti coinvolti il trattamento di integrazione salariale.
Dichiarazione del Presidente, Paolo Simioni. “Rivolgo un appello a tutte le Istituzioni affinché ci aiutino a non vanificare il salvataggio e l’azione di risanamento di Atac, che finora abbiamo condotto con risultati più che soddisfacenti. Ricordo che, per la prima volta nella sua storia, Atac nel 2018 ha avuto un utile di circa 800mila euro, che si incrementa sensibilmente a circa 13 milioni per l’esercizio 2019. Quest’anno avevamo previsto a budget un utile di 24 milioni. Purtroppo, però, il risultato del 2020 ormai è evidentemente sfumato: basta l’impatto negativo dei mancati ricavi da bigliettazione di un solo mese. In questi anni abbiamo aumentato la produzione del servizio, rinnovato la flotta, incrementato i ricavi di mercato e condotto una lotta senza quartiere all’evasione.Tutto questo è stato realizzato garantendo la piena salvaguardia di 12.000 posti di lavoro, come avevamo promesso. E lo abbiamo fatto da soli, con le nostre forze e l’appoggio del socio Roma Capitale. Ora, però, le nostre forze non bastano.
E’ essenziale, in un momento come questo di inimmaginabile difficoltà condiviso con le altre aziende di trasporto, che non veniamo lasciati soli. Auspico quindi che il Governo, la Regione e Roma Capitale, ognuno per la propria parte, intervengano senza indugio. Non c’è più tempo. Specie per aziende come la nostra che dipendono dal mercato per una parte più che significativa dei propri ricavi, quelli che appunto provengono dalla bigliettazione. Noi continueremo a fare il nostro dovere, come sempre, rispettando gli impegni che abbiamo preso e garantendo il servizio che ci verrà richiesto. Senza risparmiarci”.
Ubaldo Marangio