“Scommetto che ‘sta storia, se solo ce ne fosse stata occasione, l’avrebbe raccontata in loop chissà quante volte per noi bambini, con mio padre ben calcato nella sua poltrona Frau, un brandy riserva tra le mani, lì a parlare per ore e ore davanti al camino addobbato per Natale (ma i fatti, ahimè, non sarebbero andati così).
Massimiliano Nuzzolo ritorna con una vicenda tutta nuova, dai toni drammatici, fiabeschi, surreali e a tratti grotteschi… ed è solo l’inizio. Questo e molto altro si cela tra le pagine di La Verità dei Topi, edito da Les Flaneurs: è la lunga e tormentata storia di Edgar Kospic, orfano di strada del Venezuela, strappato un giorno dalla sua quotidiana lotta per la sopravvivenza e accolto in casa di una donna facoltosa. Sarà l’inizio di una lunga serie di eventi, raccontati anni dopo dal figlio fatto prigioniero da misteriosi individui, che lo porteranno in giro per il mondo, vivendo diverse avventure a volte fuori dalla realtà. Una grande varietà di luoghi, vicende e ambientazioni rese scorrevoli ai nostri occhi grazie al fluido stile narrativo dell’autore, che non si spreca tra queste pagine a citare diverse opere letterarie e cinematografiche – che molti troveranno di certo familiari – tutto allo scopo di intrattenere frotte di lettori per qualche ora, in un crescendo di eventi sempre più incredibili che segnano il futuro del protagonista. La Verità dei Topi è senza dubbio un’opera promettente che vi conquisterà dalla prima all’ultima pagina.
Come nasce quest’opera letteraria?
Nasce da uno studio appassionato e meticoloso durato anni su testi antichi, moderni e contemporanei, da ascolti, visioni. Dal desiderio di togliersi di dosso il peso che la letteratura italiana porta con sé, un peso che gli hanno calcato a forza addosso e che è del tutto inutile dal momento che allontana i lettori. Potremmo definirlo esercizio (alla maniera dei monaci), o esorcismo laico, in alternativa divertissement, e, da non dimenticare, omaggio a grandi opere e grandi maestri, in primis Boris Vian.
Quale messaggio vuoi trasmettere a tutti coloro che si ritroveranno tra le mani questo libro?
Cerca il topo, lui ti darà la risposta.
Cosa pensi dell’editoria d’oggi?
Ho paura si corra il rischio di dire sempre le stesse cose. L’editoria mi pare un po’ confusa ed è evidente che stiamo vivendo tempi difficili. In un oceano vastissimo di libri ci sono cose interessanti spesso pubblicate da piccoli editori; i grandi editori rischiano poco o pochissimo e sembrano limitarsi allo stagno o alla piscina di casa. Il numero dei lettori abbastanza esiguo non giova. Aggiungici quelli che chiamo scherzosamente “amici degli amici” sempre più numerosi che fanno male alla letteratura, al libro e al mercato del libro. Certo è un mondo meraviglioso e complesso che può e deve trovare nuove risorse e nuove soluzioni altrimenti si sgonfierà come un palloncino.
Leggi il mio libro perché…
Leggi “La verità dei topi” perché troverai qualcosa che non hai mai incontrato prima e la cosa sorprendente è che l’hai sempre avuta dentro di te senza averne la minima idea. Fa troppo Confucio?
Allora leggilo semplicemente perché ti divertirai e correrai il rischio che ti piaccia.
Progetti futuri?
Molti progetti, come al solito. Tempo, epidemie in corso e costole permettendo (mi sono rotto due costole qualche giorno fa) in questi giorni funesti mi sta venendo la bizzarra idea di riprendere con le produzioni musicali. In Jost abbiamo due lavori dei Soluzione da pubblicare, incrocio le dita, uno dei quali con il fu filosofo Manlio Sgalambro. Mi piacerebbe poi scovare qualche artista italiano che suoni come i Cure e gli Smiths… Lo so, è difficile, ma se capitasse ne sarei entusiasta. Poi una messinscena teatrale tratta dalla “Verità dei topi” che si è bloccata causa emergenza coronavirus e che forse riusciremo a trasportare in rete in modo diverso.
Sul fronte letterario, su cui opero quotidianamente, sto lavorando a varie cose tra le quali un romanzo molto interessante. E sto poi scrivendo il sequel della Verità dei topi: posso solo anticipare che sarà la fine del mondo…
Il libro merita 5 stelle su 5.
Maura Capuano