L’emergenza pandemia ha dei dimenticati. Per loro lo Stato non c’è e sono stati lasciati soli.
Per i genitori, ai quali sono stati abusivamente sottratti i figli, neppure il garante nazionale e quelli regionali dell’infanzia hanno detto una parola, mentre coraggiosamente il garante nazionale, Mauro Palma, dei detenuti ha detto: «Le misure restrittive adottate per contenere il dilagare dell’epidemia pongono, tra le altre, anche una grande difficoltà ai detenuti perché non potranno ricevere le visite dei propri congiunti».
Nonostante il Covid-19, la mattanza sequestri figli d’Italia continua; sempre più piccoli vengono sottratti ai genitori. Il virus “sequestro figli” fa più “decessi” del Coronavirus. I ministri competenti si chiudono in un silenzio assordante. Ai genitori poveri vengono sequestrati i figli che finiscono incarcerati nelle case famiglia che ingrassano con profitti da capogiro. Gli italiani piangono la sottrazione dei propri figli e lo Stato e le regioni bruciano le risorse pubbliche.
Sono passati anni dalla prima edizione delle torture arrecate al piccolo Jacopo, le cui vicende sono state raccontate da questo giornale, ma le tesi di fondo da noi prospettate, lungi dall’essere invecchiate, appaiono più sicure e convincenti da quando sono state formulate, in quanto hanno provveduto gli avvenimenti a convalidarle.
Il grido di disperazione lanciato ai giudicanti dal piccolo Jacopo, ormai un’icona nazionale dei figli sottratti ai genitori biologici (un fenomeno sociale dalle dimensioni allarmanti, diffuso su tutto il territorio e in preoccupante crescita), non è stato compreso nel suo carattere eversivo, nel suo dolore universale; una tremenda richiesta di aiuto, un messaggio gridato con superba dignità e rispetto verso coloro che dovrebbero, per ruolo e funzione, tutelare e garantire la salute, l’incolumità e la libertà di figli e genitori.
Questo fenomeno della abusiva sottrazione dei minori conduce ad unità singole credenze, opinioni, denunce, azioni anche coraggiose di gruppi e di associazioni, impone di concentrarsi in una logica uniforme, mettendo in luce il principio fondante di ogni gruppo umano, il problema dell’uomo: il dover uccidere per poter vivere, dato che questo è il meccanismo che regge la natura, e al tempo stesso l’impedirsi di uccidere per poter vivere
in gruppo. Il potere nasce da lì: qualcuno ha assunto su di sé il diritto e il dovere di uccidere e di far uccidere, e lo ha messo al sicuro facendolo dipendere non dalla volontà dell’uomo, ma dalla legge uguale per tutti, alla quale tutti sono sottoposti. Ma la realtà registra che tale suprema regola non trova riscontro nella realtà vivente.
Le spiegazioni che ogni singolo popolo, ogni singolo gruppo ne dà sono divergenti e a volte parallele. La psicologia collettiva, l’atteggiamento verso il mondo, verso la natura, verso la propria vita, che contraddistingue ogni gruppo umano in confronto agli altri, determinano la formazione nel tempo e nello spazio di culture antropologiche disuguali, forme di civiltà dissimili e l’impossibilità di fissare un gradiente di migliore o peggiore, attesa la inconciliabilità di confronti impropri tra gli usi e i costumi di popoli, che hanno avuto un percorso storico del tutto inconfrontabile con gli altri.
Diversamente, ciò che è inammissibile e nefasto per una collettività organizzata in un territorio è l’assistere a forme di brutalità generalizzata se pur circoscritta verso una parte della popolazione, che si trova schiavizzata nell’ambito di quella che viene chiamata la giurisdizione minorile e la istituzionalizzazione del servizio pubblico al sostegno della genitorialità e della tutela pubblica dell’interesse supremo del minore, falciando il diritto naturale ad essere madre e padre.
La realtà da tempo denunciata da questo quotidiano ha evidenziato con fatti raccontati, con interviste, con denunce di lacune e falle del sistema della giustizia minorile, con la presenza dei giornalisti del quotidiano in tutti i numerosi convegni ed incontri di studio che si sono succeduti, dopo la luce aperta dai fatti di Bibbiano sul mondo dell’orrore della pratica della repressione psicologica, degli abusi di ogni genere, della corruzione dentro gli uffici comunali dei servizi sociali, delle negligenze di giudici minorili, delle inaccettabili moltiplicazioni di errori inescusabili di giudici togati e onorari, come pure di qualche pubblico ministero poco avveduto specialmente sull’altro e connesso fronte dei femminicidi, che non fanno più notizia. E’ di oggi l’ultimo: “il giovane compagno l’ha strangolata ed ha confessato”
La pandemia Covid-19 ha infiammato la tragedia dei genitori “sottratti”, considerato che nessuno, dico nessuno, si è interessato dei già negati diritti di visita e colloqui telefonici tra figli separati e genitori biologici sanzionati al quadrato con la diffusione del Coronavirus.
Il virus da vincere è quello dell’odio, dell’omertà, dell’indifferenza, della prepotenza, della menzogna, della paura procurata dai dominanti sui dominati.
Questo quotidiano propone in questa occasione di catastrofe epocale di liberare 40.000 figli d’Italia e consentire che possano ritornare in famiglia dai loro genitori, anche se conflittuali.
Questo giornale vuole sottolineare ancora una volt le due proposte di legge elaborate dal sottoscritto con l’avv. Carlo Priolo che possono entrare in vigore in 24 ore con un decreto legge:
a) introduzione nel codice civile di tre articoli dopo l’articolo 333.
b) fondo indennizzo affidi illegittimi a terzi di figli sottratti a genitori biologici.