«Una procedura in palese violazione con le disposizioni del decreto legge n.18 del 17/03/2020». Dura presa di posizione della Confederazione Aepi (Associazione Europea dei Professionisti e delle Imprese) insieme a sindacato CIU-Unionquadri, Unilavoro PMI e Federdat nei confronti dell’errata interpretazione di quanto stabilito con il provvedimento del governo. Nel mirino l’Fsba, il fondo di solidarietà bilaterale per l’artigianato.
I firmatari si rivolgono direttamente al presidente dell’Inps Pasquale Tridico e, per conoscenza, al ministro del Lavoro Nunzia Catalfo per una richiesta di intervento. «Alle aziende- spiega il presidente Mino Dinoi – viene chiesto di sottoscrivere obbligatoriamente un accordo sindacale per accedere all’assegno Covid-19 e tutto questo è in violazione con il decreto stesso. Sulla carta, il Fondo dovrebbe essere un semplice canale per la distribuzione di questi aiuti economici. Di fatto, invece, chiede alle aziende di versare fino a 36 mensilità arretrate, altrimenti le stesse non potranno avere accesso alle risorse per la cassa integrazione. Un’assurdità, considerando che si tratta di soldi pubblici: l’assegno spetta a tutte le imprese artigiane e non solo quelle iscritte. Senza dimenticare che, in qualche caso, le mensilità possono ammontare anche a qualche migliaia di euro. E pretendere il pagamento di questi soldi annullerebbe il sostegno stesso».
Da qui la richiesta all’Inps di un ulteriore chiarimento. In caso contrario, migliaia di realtà artigiane dovranno rinunciare a questo strumento messo a disposizione dal Governo per la grave situazione di crisi legata all’emergenza Covid-19. «Parliamo di imprenditori al collasso che si sono rivolti a noi e dipendenti che non sanno come mantenere le loro famiglie. Ribadiamo che non sono soldi del Fondo e, pertanto, una gestione che obblighi le aziende ad iscriversi o versare contributi non è assolutamente accettabile. L’accesso deve essere allargato all’intera categoria, cuore economico di questo Paese. Ci aspettiamo una comunicazione che chiarisca come la misura messa in campo debba valere per tutti ed essere incondizionata rispetto a vincoli che rischiano di escludere la stragrande maggioranza di imprese artigiane che aderiscono ad altre associazioni datoriali».