“Pericolo ansia, depressione e attacchi di panico. Il Coronavirus non colpisce solo l’apparato respiratorio, ma può provocare gravi conseguenze sul sistema nervoso e psicologico. Le misure di distanziamento sociale e la prolungata permanenza tra le mura domestiche può incidere sulla tenuta mentale ed emotiva della popolazione, diventando causa di sindromi ansioso-depressive o accentuando quelle già preesistenti. La minaccia alla salute degli italiani agisce dunque su più fronti: quali sono i provvedimenti presi dal governo? Fino ad oggi, un misero numero verde, appaltato a un istituto specializzato nel trattare “disturbi da attacchi di panico”, nel quadro dell’iniziativa “Solidarietà digitale” del Ministero per l’innovazione tecnologica, ambito che si sa in Italia soffre di lentezze e atrofie fisiologiche.
D’altro canto, rientra nel “modello italiano” quale prassi dell’attuale esecutivo il fornire risposte insufficienti e inadeguate alle conseguenze del contagio, dopo averne precedentemente (e colpevolmente) sottovalutato la portata. Così è stato e continua a essere, sia sotto il profilo medico-sanitario che del contrasto all’emergenza economica. Si tratta, in sostanza, di un costante “lavarsene le mani” senza assumersi alcuna responsabilità, contando poi sulla potenza di (tele)giornali amici e social media nel magnificare le proprie gesta agli occhi dell’opinione pubblica.
Tale metodo è stato applicato anche nel caso dell’assistenza contro ansia, depressione e panico, relegata a uno sportello telefonico e a qualche slogan di ormai comune banalità (#SIAMO VICINI, #NIENTEPAURA, #NOPANIC), senza però il battage pubblicitario che è stato riservato ad altre iniziative: segno della sostanziale indifferenza delle istituzioni nei confronti di una problematica che avrebbe meritato una maggiore considerazione. Quanti sono infatti gli italiani che conoscono o si sono almeno imbattuti nello 800 913 880?
Oltretutto, la già scarsa comunicazione effettuata sembra rivolgersi esclusivamente a una platea di adulti (genitori e anziani), ignorando i più giovani, ovvero coloro che appartengono a una fascia di età che nel mondo di oggi si è già dimostrata particolarmente suscettibile a disturbi di natura psicologica. È arcinoto che i casi di ansia e depressione giovanili sono in aumento, ma la tutela della salute della nuova generazione è molto lontana da essere una priorità per l’esecutivo. Eppure, del diritto a ricevere adeguata assistenza medico-sanitaria sono pienamente titolari anche ragazzi e adolescenti, specie in un momento critico come quello che stiamo attraversando.
Lo stravolgimento delle modalità di vita sta incidendo pesantemente sui più giovani, che si trovano ad affrontare cambiamenti significativi nello studio e in ambito scolastico, con un aumento esponenziale della dipendenza dalla tecnologia (cellulari e computer) per seguire le lezioni e fare i compiti, ma anche per “uscire di casa” e socializzare, mentre diventa sempre più concreta la prospettiva di un’estate dove il mare lo si potrà guardare solo da lontano (per chi vi abita di fronte). Tutto ciò non merita un occhio di riguardo? Per il governo evidentemente no, come si può dedurre dal fatto che il Ministero dell’istruzione continui placidamente a ignorare l’argomento. Nel piano annunciato dalla Ministra Azzolina non vi è infatti alcuna traccia di provvedimenti volti a garantire il supporto a distanza dei giovani da parte di psicologi ed esperti, quale strumento per continuare ad accompagnare gli studenti in questa fase in cui l’attività didattica si svolge tra le mura domestiche.
In generale, le autorità scolastiche centrali in Italia, contrariamente ad altri paesi in Europa, si sono sempre mostrate refrattarie all’inserimento della figura dello psicologo nelle scuole, forse poco convinte della sua necessità anche in appoggio agli insegnanti. L’offerta di servizi di assistenza è stata così lasciata completamente alla buona volontà dei singoli istituti, con difficoltà e carenze in termini di fondi e capacità che si sono ulteriormente aggravate nelle circostanze di emergenza attuali.
Ebbene, il Ministro Azzolina ‒ dopo essersi scusata “personalmente” nell’ultima conferenza stampa con il premier Conte, per non aver tenuto fede alla promessa di stabilizzare i precari, ammettendo candidamente l’incapacità del suo ministero di processare le “pratiche” nei tempi previsti ‒ tra qualche mese dovrà con ogni probabilità scusarsi, insieme al ministro della salute Speranza, anche per aver contribuito con la sua inazione all’incremento delle sindromi ansiose-depressive e all’uso di psicofarmaci tra i giovani. A meno che non intenda rimediare istituendo, ad esempio, una task force dedicata all’implementazione di un piano nazionale di assistenza psicologica a distanza per gli studenti. Sempre meglio troppo tardi che mai.
Il Ministro Azzolina è ancora in tempo anche per rivedere la decisione di svolgere gli esami di maturità, che in Francia hanno invece cancellato. Non per tutti, ma per molti ragazzi e ragazze la preparazione degli esami in tali circostanze comporterà un aggravio di stress, di ansia sua ansia, quando per la valutazione sarebbe sufficiente prendere in considerazione il rendimento avuto nel corso dell’anno scolastico. La cura del benessere psicologico dei giovani è adesso la cosa più importante e le istituzioni e la politica sono chiamate a far sentire loro la vicinanza. È in gioco il futuro dell’Italia, se ciò ha mai interessato davvero gli esponenti dell’attuale esecutivo.”
Di Souad Sbai
Da Almaghrebiya