Si è concluso recentemente, con la distribuzione dei diplomi, il primo corso di formazione professionale tenuto nel carcere romano di Rebibbia e sponsorizzato dal Rotary Club di Subiaco, dal distretto Rotariano di Lazio e Sardegna e dei club di Monterotondo, Tivoli e Zagarolo che consentirà a 29 detenuti, una volta scontata la pena, di operare come frigoristi di prima categoria.
«E’ la prima volta che in un carcere italiano si svolge un ciclo di formazione di questo livello – ha sottolineato il dottor Mauro Mariani, direttore della casa circondariale – A differenza di altri corsi, che al massimo rilasciavano un attestato di frequenza, questo tipo di formazione invece fornisce un’abilitazione ad operare a livello industriale, artigianale e come piccola impresa».
Grazie all’accordo con Assistal (Associazione nazionale costruttori impianti aderente a Confindustria) che ha messo a disposizione i docenti – tutti di livello universitario – e Imq (Istituto italiano marchio di qualità) i detenuti, dopo tre mesi e mezzo di lezioni teoriche e pratiche con attrezzature e macchinari e dopo il superamento degli esami finali, hanno ricevuto il patentino che gli consentirà di lavorare sugli impianti di refrigerazione e di rilasciare attestazioni di conformità secondo le ultime disposizioni legislative.
Questo diploma di abilitazione prevede anche l’iscrizione all’albo professionale F-GAS consentendo alle persone che hanno conseguito il titolo, di poter lavorare da subito, a livello industriale o in proprio, senza il bisogno di tirocinio, dato l’alto livello di professionalità raggiunta. Il Rotary si è impegnato anche a coprire le spese per la loro iscrizione all’albo professionale di categoria.
Una grande occasione, dunque, per i reclusi che hanno potuto partecipare al progetto. Gli ex detenuti, infatti, per la loro specifica condizione, non hanno alcuna possibilità di partecipare a bandi di ammissione per corsi indetti dalle strutture amministrative come regioni, province e comuni, per cui di fatto rimangono tagliati fuori da ogni possibilità di reinserimento nel sistema produttivo.
E questa occasione i detenuti l’hanno colta appieno, dimostandosi ottimi allievi, capaci di grande impegno e grande entusiasmo tanto da raggiungere i 90/100 come media delle votazioni finali.
Non sono mancati apprezzamenti per questa validissima iniziativa che consente il reinserimento al lavoro degli ex carcerati. Di «esperienza positiva e meritoria, da diffondere come buona prassi» ha parlato il professor Luciano Eusebi, ordinario di diritto penale all’Università Cattolica di Milano «Oggi più che mai – ha commentato il penalista – abbiamo il problema del reinserimento nel mondo del lavoro degli ex detenuti: persone sole, senza lavoro e spesso senza affetti, talora facili prede delle organizzazioni malavitose. Questa iniziativa, e nello specifico questo tipo di corso, offre invece una qualifica professionale subito spendibile e consente anche di lavorare in proprio, data la mancanza di questa tipologia di tecnici specializzati. Un serio contributo, dunque, alla valorizzazione della dignità umana di chi ha subito l’esecuzione di una pena».
Dato il successo di questa iniziativa, il Rotary Club, sempre pronto ad affrontare sfide nell’intento di aiutare le persone meno fortunate, sta già pensando al prossimo corso da tenere nel carcere che formerà installatori di pannelli fotovoltaici. «Se troviamo le risorse, in tre mesi siamo in grado di partire» hanno già annunciato. E conoscendo la determinazione e il grande impegno sociale dei Rotariani non ci sono dubbi che lo faranno. Daniela Gabriele