L’emergenza sanitaria Coronavirus Covid-19 con le restrizioni sugli spostamenti, la chiusura delle attività commerciali, il divieto degli assembramenti nei luoghi pubblici con l’obbligo di evitare contatti e indossare la mascherina ha cambiato radicalmente le nostre vite e le nostre abitudini.
È cambiata altresì la percezione del nostro tempo e ci siamo dovuti in qualche modo adattare e ingegnare, tipico poi di noi italiani.
Scopriamo allora questo nuovo tempo, per esorcizzare anche un po’ la paura di fronte a questo “sconosciuto” nemico. Per non arrenderci, per continuare a combattere questa guerra con tutte le nostre armi, per cercare di sostenere anche con le nostre storie gli eroici “soldati” che combattono in prima linea, in primis i nostri dottori e infermieri.
Per scoprirci e riscoprirci raccontiamoci, attendendo tempi migliori.
Oggi lo facciamo parlando con WALIMOHAMMAD ATAI,giovane mediatore linguistico culturale operante presso il tribunale di Pavia e di Voghera e autore del Libro ho rifiutato il Paradiso per non uccidere.
Da cosa nasce l’idea di scrivere ho rifiutato il paradiso per non uccidere?
“In Afghanistan i bambini sono coinvolti in conflitti armati. Ogni giorno si confrontano con violenza, pericolo, sfruttamento, paura e perdita. Molti bambini sono costretti a fuggire. Alcuni testimoniano la morte dei propri cari. Alcuni sono costretti a farsi reclutare con i gruppi terroristici come TALEBANI e ISIS o a premere il grilletto da soli. I genitori hanno poco tempo per i loro figli o la maggior parte dei bambini hanno perso i loro genitori. Le scuole e i parchi giochi sono danneggiati o rilevati da gruppi armati, e i giocatoli dei bambini sono le vere armi.
Sono stato uno dei bambini portato in Pakistan dall’Afghanistan, reclutato per diventare kamikaze.
Ho visto con i miei occhi le cose terribili e inumane nei confronti dei bambini nelle così dette madras “scuole coraniche pakistane”. Ci facevano il lavaggio del cervello, ci addestravano per diventare i soldati di Allah e per fare la Guerra Santa.
Sono rimasto vivo per miracolo con l’aiuto di mia nonna. Ho voluto scrivere “Ho rifiutato il paradiso per non uccidere” proprio per raccontare le storie dei miei amici dell’infanzia entrati vivi con me nelle scuole coraniche e poi ne sono usciti morti e esplosi con con le loro cinture esplosive a pezzi in Afghanistan.”
Oggi a causa il Covid 19, molti ragazzi lamentano di non poter andare a scuola o comunque di non avere gli strumenti giusti per studiare ecco vuole illustrarci quale è il concetto di istruzione per un ragazzo afgano?
“In Afghanistan generazioni di bambini hanno pagato il prezzo più alto, le scuole spesso diventano bersagli, i giovani afghani vivono senza cibo e acqua sufficiente per mesi sotto le macerie per non essere uccisi, Durante il conflitto, i diritti dei bambini afgani sono violati su vasta scala; i loro diritti di essere protetti dalla violenza, dall’abuso, dall’abbandono, dallo sfruttamento di essere usati come bombe umane.
Penso che il covid 19 abbia insegnato ai giovani italiani di rimanere felici e grati per essere nati in un paese come l’Italia, lo stato c’è e si fa sentire, hanno il cibo e vivono con i genitori, hanno accesso ad internet e non gli manca quasi niente.
Invece in Afghanistan siamo affamati d’istruzione, la maggior parte dei bambini non hanno il materiale per scrivere e quindi usano il carbone come la penna, non c’è la corrente elettrica, non c’è l’acqua potabile e il cibo, e ogni mattina che ci alziamo abbiamo paura per non essere uccisi prima che arrivi la sera. “
Cosa vuol dire essere privati della propria infanzia per essere catapultati in una realta sanguinosa e cattiva come quella della guerra?
“Nel mio villaggio i giocattoli dei bambini sono le armi ,quasi ogni famiglia ha perso minimo due o tre membri a causa della guerra.
Tanti bambini sono rimasti orfani e per mantenersi si immigrano se non accettano di fare la guerra santa con la guida dei servizi segreti del Pakistan. Tanti bambini fuggono dagli attacchi nei villaggi, vengono sfruttati dai signori della guerra, talebani o ISIS per farli reclutare nella loro rete come bambino soldati.”
I proventi del libro sono stati da lei devoluti all ‘associazione free afghan women ci illustri qualcosa dipiu in merito a tale associazione?
“L’associazione nasce da mia sorella Salma Atai, agli occhi della gente del mio villaggio Salma non è una brava ragazza musulmana, sa leggere il Corano, fa 5 volte le preghiere al giorno ma è contro la dottrina dei talebani e di coloro che mandano i bambini a farsi saltare in aria per andare in paradiso; contro chi fa uccidere altri esseri umani, contro gli uomini che picchiano le donne e pensano che le donne siano le schiave e devono essere chiuse nelle case come prigioniere, contro chi semina odio e chi crede che la guerra abbia qualcosa di santo, la guerra non può essere santa.
E in Afghanistan le guerre si fanno per il petrolio, per gli interessi economici degli stranieri con cui non c’entra niente la cultura afgana e la religione Islamica.
Salma ha aperto l’associazione FAWN dopo il suicidio di una sua amica di infanzia Shiema.
La quale previo pagamento di denaro al compimento dei suoi sedici anni venne venduta dal padre ad un uomo come moglie.
Il Padre ha iniziato ad organizzare il matrimonio della figlia. I parenti dello sposo sono arrivati a casa per prendere le misure per fare il vestito a Shiema. Quel giorno tentò di ribellarsi, ma il padre la massacrò di botte davanti ai parenti dello sposo che, compiaciuti, presero le misure. Passarono cosi per lei altri giorni infelici che la rendevano tirste e aumentavano in lei la consapevolezza di non essere niente e di non valere nulla,era dunque più di un mese che Shiema non mangiava più.
Una sera, entrò in camera di sua madre, appese una fune ad una trave, infilò la testa nel cappio e si impiccò come tutte le altre donne che non vogliono sottomettersi e preferiscono la morte.”
Cosa spera ad per la sua terra ….. Vede ancora lontana la tanto Ricercata pace?
“Non penso che la pace verrà in Afghanistan, noi il popolo afgano abbiamo perso la speranza. Gli americani hanno firmato l’accordo di pace con i terroristi talebani senza far coinvolgere nell’accordo il popolo e il governo afgano, non si sa quell’accordo perché viene chiamato “accordo di pace”. Negli ultimi giorni i talebani hanno aumentato gli attacchi contro gli afgani, la situazione sta peggiorando e gli americani sono al Great game con le vite delle donne e bambini afgani.L’Afghanistan è ormai un campo di guerra, dove tutti fanno gli investimenti per i loro sperimentazioni militari, si trova nel cuore dell’Asia quindi un punto molto strategico.”
Chi sono i veri nemici dei terroristi?
“Il terrorismo è un’invenzione, i terroristi lavorano per i loro sponsor e padroni e chiunque potrebbe essere nemico dei terroristi se non li permettono di fare ciò che vogliono! La prima cosa che i terroristi fanno è quella di prendere le scuole di mira, uccidendo gli insegnanti e la gente istruita, per applicare poi le loro leggi in nome di religione e per raggiungersi ai loro obbiettivi.”
Cosa si sente di consigliare oggi al mondo, oramai spento da questo covid?
“Vorrei dire che il nostro pianeta sta diventando una pallina nera per la colpa nostra, la gente spero che abbia capito che non è facile vivere rinchiusi nelle case e che pensino come i popoli di alcuni paesi vivono da anni sotto le macerie e bombardamenti e perdendo i loro cari ogni singolo giorno. Tanto ormai facciamo finta di essere ciechi e sordomuti a tutto ciò che vediamo dalle altre parti del mondo, e se non considereremo il dolore degli altri il nostro dolore, soffriremo tutti quanti e non sarà salvato, insieme possiamo proteggerci e siamo piu forti.
Aiutiamo oggi piu che mai tutti quei paesi massacrati dalla guerra non è necessario aiutare per forza economicamente, sarebbe necessario prima su tutti farlo raccontando la verità
il vero volto della guerra è nascosto nelle mille scuse dei Diritti Umani e nella Democrazia”