Oggi è il 25 aprile, un giorno di festa che è sempre stato divisivo per motivi politici che hanno origine nella terribile guerra civile che l’italia ha vissuto 75 anni fa. Probabilmente quando venne istituita la festa, la si sarebbe dovuta chiamare non della “Liberazione”, ma della “Libertà”. Sembra una sottigliezza linguistica ma le parole, si sa, hanno la loro importanza. La parola liberazione, infatti, esprime un concetto divisivo perche’ implica la presenza di due fazioni, una delle quali si “libera” dell’altra, e ciò chiaramente provoca un sordo risentimento nei sopravvissuti della parte soccombente che certo non porta alla coesione sociale di un Paese. La parola libertà, invece, evoca un valore universale che non divide, anzi unisce perchè condivisibile da tutti. Detto questo, io da oggi in poi non festeggerò mai piu’ il 25 aprile che è diventato, non solo divisivo ma paradossale, visto che dovremmo celebrarlo in stato di arresti domiciliari. Il Governo sta usando il “Dividi et Impera” continuando ad alimentare le divisioni politiche figlie di quasi un secolo fa, per non farci capire che siamo prigionieri ora, forse piu’ di 75 anni fa, in quanto la nuova dittatura non è ideologica ma tecnocratica e mediatica. La mia personale “Festa della Libertà” la celebrerò tutti gli anniversari del giorno il quale saremo veramente liberi, non solo di muoverci, ma anche di rifiutare la logica del terrore che ci vorrebbe tutti vaccinati anche se perfettamente sani. Un sogno? Forse, ma se possono impedirmi di uscire di casa, di andare a messa, o a prendere un caffè, grazie a Dio non riusciranno mai ad impedirmi di sognare.
Luca Monti
“Io aderisco a titolo personale alla campagna #dubitoergosum a difesa della liberta’ di stampa e d’opinione contro la censura.”