Ermenegildo Rossi, segretario Ugl di Roma e provincia si sfoga sui social in merito a quanto accaduto sabato 25 aprile in più parti d’Italia: le manifestazioni che hanno avuto luogo in varie zone sono per il sindacalista un atto oltraggioso nei confronti dei cittadini italiani rispettosi della legge.
«Mi sento offeso, molto offeso. Mi sento offeso perché se penso semplicemente a tutti gli italiani che non hanno potuto salutare i loro cari morti per questa pandemia, se penso a tutte le quelle persone che sono state per settimane in un appartamento di cinquanta metri quadri, magari in tre o quattro, genitori coi figli, se penso a tutte queste persone che pur di rispettare quelle leggi, di rispettare quegli italiani, sono rimasti a casa, vedere quelle scene è stato veramente devastante».
«È stato devastante perché non è stato democratico» ha affermato Ermenegildo Rossi, indignato dal comportamento di tutte quelle persone che, parafrasando le parole del sindacalista romano, sentendosi in diritto di trasgredire la legge, sono scese in strada e hanno creato assembramenti con il rischio di contagiarsi l’un l’altro e di incrementare le criticità di un sistema sanitario nazionale già in tremenda saturazione.
«Bastava stare a casa, stare sui balconi, ridere, scherzare, cantare, fare qualsiasi cosa, ma non scendere per strada e manifestare. E la nostra Pasqua? E tutte le nostre sante domeniche in cui potevamo andare a messa? Noi no, loro sì».
Inaccettabile, dunque, per Rossi che la celebrazione di una sola giornata all’anno che ricorda come il privilegio della libertà ci sia stato donato da chi ha rischiato (e perso) la vita per noi sia più tollerabile di una domenica mattina a messa.
Anna Catalano