Si è svolta, in due tempi, la protesta di 1500 ristoratori fiorentini, finalizzata a ricevere l’ascolto istituzionale per le loro istanze lavorative, ed economiche. Ieri sera, 28 aprile, infatti, i ristoratori aderenti al movimento spontaneo ed apolitico dei Ristoratori Toscani, hanno acceso le luci delle insegne dei propri locali per un’ora, dalle 21 alle 22, per poi continuare la protesta stamattina, con un incontro col Sindaco di Firenze, Dario Nardella, al quale una delegazione guidata da Pasquale Naccari, titolare del ristorante “Il vecchio e il mare”, ha consegnato le chiavi delle circa 1500 attività aderenti a questa manifestazione. Ne abbiamo intervistati alcuni, e tutti hanno sottolineato la volontà con questa iniziativa, di voler farsi ascoltare dalle piu’ alte cariche istituzionali, e scientifiche preposte alla gestione della riapertura, attraverso la voce del Sindaco Nardella. Ecco che cosa ci hanno detto. Il titolare del Cocktail bar Fuk sito in Via Verdi, sostiene che sarà molto difficile per lui ripartire, anche se intende provarci, con le nuove norme sul distanziamento dei tavoli, che da una capienza di 30 persone a sedere, porterebbe il suo locale ad averne 10, con evidente flessione di incassi, anche perchè, essendo un cocktail bar la sua attività non potrà avvalersi del servizio da asporto, o di quello della consegna a domicilio, già autorizzati da una delibera regionale. Si chiede infatti chi possa essere interessato a ricevere a casa, un cocktail in un bicchiere di plastica, che ne altera ovviamente sia il sapore sia il fascino della degustazione. lamenta inoltre la poca chiarezza delle norme, e delle date fatte circolare nei vari decreti che si stanno succedendo a ritmo spasmodico. Non intende avvalersi dei famosi 25 mila euro perchè come molti suoi colleghi, teme l’indebitamento ulteriore che ne deriverebbe, ed auspicherebbe in tal senso, un’iniezione di liquidità a fondo perduto. Nella stessa Via Verdi, si trova anche l’Osteria de’ Pazzi, locale ventennale. Uno dei due soci ci ha detto che, come il suo collega, intende riaprire, anche per dignità personale ed amor proprio. Anch’egli lamenta la farraginosità delle norme, ed in particolar modo pone l’accento sulla maggiore distanza intepersonale di 1,8 metri, vigente in Toscana, rispetto a quella nazionale di 1 metro. Inoltre a suo avviso, oltre alla perdita, nel suo caso specifico, di circa la metà dei tavoli usufruibili ai clienti, ritiene l’eventuale obbligo di un plexiglass divisorio tra le persone, non funzionale, in quanto, oltre ai costi di installazione, toglierebbe alle coppie, ad esempio, o ai familiari stretti che convivono, il piacere di stare a tavola in intimità, col rischio che queste persone preferiscano non andare al ristorante.
Inoltre si domanda come funzionerà l’eventuale misurazione della temperatura ai clienti, e che tipo di coperto dovrà approntare per i tavoli, se in carta monouso, o in tessuto sanificabile. Anche lui ritiene poco consono alla propria tipologia di lavoro, il servizio da asporto o di consegna che si tradurrebbe piu’ in costi che in opportunità. Ritiene che il Sindaco possa far poco non avendo poteri specifici, e la sua richiesta al Primo Cittadino, sarebbe semmai quella di aprire la Ztl quantomeno la notte per permettere una maggior circolazione di potenziali clienti. Fabrizio Valleri, detto “Vallero”, titolare de “I’ Raddi”, in Piazza Santo Spirito, personaggio noto a Firenze, anche per essersi candidato a Sindaco, alle ultime elezioni amministrative, con una sua lista civica, pur ritenendo doverosa la manifestazione, va in controtendenza, e dichiara l’intenzione di chiudere effettivamente la propria attività, dopo 13 anni, poichè arrivato a 44 anni, dice di non voler accettare di dover essere schiacciato dal concetto di debito imposto dalla situazione corrente, stante la mancata concessione di liquidità a tasso zero da parte delle istituzioni. Al Sindaco Nardella chiede lungimiranza nella programmazione del futuro della città. Marco Romei, titolare di “Aroma”, in Via Ghibellina, dichiara, invece di non voler riaprire, sino al ritorno ad una vera normalità, offrendo soltanto il servizio da asporto e la consegna a domicilio, potendolo fare non avendo puntato tutto sul turismo, pur vantando l’onore di avere avuto come cliente nel 2015, la Signora Abe, moglie del Primo Ministro Giapponese. Al Sindaco ed alle istituzioni in genere tuttavia, domanda perchè, vista la carenza di liquidità strutturale del sistema Paese, non pensino di seguire alcuni Primi Cittadini di Comuni del Sud Italia, che hanno creato delle monete alternative da affiancare all’Euro, permettendo un’economia circolare, all’interno dei propri territori. Il titolare del “Boccanegra” di Via Verdi, dice di aver anticipato di un giorno il lockdown, avendolo previsto come imminente osservando le disdette in arrivo dagli operatori esteri. Anch’egli non ritiene remunerativo per la propria azienda i servizi da asporto e di consegan a domicilio, pur riconoscendone, il valore di continuità sociale, vale a dire l’opportunità per un ristoratore di rimanere in contatto con la propria clientela. tuttavia dice che l’utilizzo di questi servizi da parte di tutte le attività di ristorazione creerebbe una saturazione del mercato, con una concorrenza spietata. Dichiara, inoltre, di voler attendere per la riapertura, una situazione di completa sicurezza sanitaria malgrado una perdita stimata sul 2019, di circa 350mila euro di fatturato, soprattutto per non mettere in difficoltà i propri dipendenti, con una riapertura, che potrebbe essere seguita da una richiusura, se i contagi tornassero ad aumentare, con evidenti implicazioni sulla loro possibilita’ di accesso ad una nuova cassa integrazione dovute alla burocrazia. Dichiara comunque di ritenere che la ripresa dell’Italia, debba per forza passare dal cibo, e dalla moda, due elementi cardine, non tanto e non solo dell’economia, ma ormai riconosciuti universalmente come simbolo del genio italiano, quindi, a suo avviso, insostituibili. Al termine dell’incontro con la delegazione di ristoratori, il Sindaco di Firenze, Dario Nardella, ha rilasciato una dichiarazione pubblica con la quale annuncia la sospensione immediata del canone di suolo pubblico per tutto il periodo delle chiusure, e la concessione gratuita a tutti i ristoratori di spazi all’aperto con tavolini e sedie senza pedane, per sopperire ai tavoli da essi persi all’interno dei locali. Ha poi annunciato la volontà di annullare anche la Tari, qualora arrivassero ai Comuni i cinque miliardi da essi chiesti allo Stato che potrebbero permettere tale cancellazione tributaria locale. Entro la prossima settimana, dice ancora Nardella, sarà attivato un tavolo locale fra tutte le associazioni di categoria, ed i rappresentanti dei proprietari immobiliari dei fondi commerciali, nel quale il Comune farà da intermediario per cercare di calmierare gli affitti, così da permettere alle attività di rifiatare economicamente, ed anche perchè, in assenza di tale accordo, che dovrebbe essere rilanciato, a suo dire, anche su base nazionale dal Governo, si andrebbe ad un disastro sociale, considerando che solo le circa 2300 attività di ristorazione presenti a Firenze, creano un indotto lavorativo di 30mila persone, vale a dire poco meno del 10% della popolazione residente. Pasquale Naccari, portavoce della manifestazione ha, infine, ringraziato il Sindaco per l’apertura dimostrata verso le problematiche esposte, ed ha sottolineato che l’interesse primario dei ristoratori, è quello di riaprire, ma in assoluta sicurezza, senza passi in avanti unilaterali da parte della categoria.