Sono il liceo “Edoardo Amaldi” di Tor Bella Monaca e il liceo “Cervantes” di Monteverde, gli istituti scolastici che ospitano (rispettivamente il 30 aprile e il prossimo 11 maggio) le lezioni di diritti umani organizzate dal Centro antiviolenza “Marie Anne Erize” (intitolato a una giovane attivista argentina, rapita e assassinata dai golpisti che, nel marzo 1976, ponevano fine al sogno peronista abbattendo il governo di Isabelita Peron, seconda moglie del “Generalissimo”): lezioni volte a spiegare agli studenti, attraverso la voce dei superstiti, una delle pagine piu’ drammatiche del “secolo breve”, quella appunto delle atrocità della dittatura civico-militare argentina del generale Videla (1976-1982). A spiegare ai ragazzi il valore della democrazia e la difesa della libertà sono stati Diana Caggiano, Berardo Dri e Claudio Tognonato, tutti esuli argentini nel nostro Paese e animatori del “Grupo di argentinos por la Memoria, Verdad y Justicia”, e Bob Fabiani, giornalista e scrittore. Per la lezione del giorno 11 maggio sarà presente anche Enrico Calamai, già console italiano a Buenos Aires nei giorni del golpe,e protagonista delle operazioni di fuga dei perseguitati dal regime.
“Si tratta d’ un primo ciclo di appuntamenti per il quale il Centro antiviolenza “Marie Anne Erize” ha inteso rendere omaggio ai tanti che in Argentina son stati vittime della dittatura e che non si sono salvati, condannati a morte da un regime feroce solo per il fatto d’ esser portatori d’ un messaggio di solidarietà o di libertà”, spiega Stefania Catallo, Presidente del Centro; “e questa è una pagina di storia che sembra lontana, ma solo dal punto di vista temporale, perche’ tanta Italia era ed e’ presente in Argentina” ( anche, purtroppo,in senso negativo, delle incredibili connivenze tra ceti dirigenti dei due Paesi all’insegna della mai morta P” di Licio Gelli). “Il prossimo anno“, conclude la Catallo, “cercheremo di rendere queste iniziative cadenzate e aperte al maggior numero possibile di scuole romane. Proprio perche’ la conoscenza di questa pagina nera della storia del Novecento sappia trasmettere alle nuove generazioni lo spirito di chi ha combattuto per la democrazia, difendendo cosi anche la nostra libertà”.
di Fabrizio Federici