Carlo Alberto Cecconi: « Mi rivolgo a Paeseroma, nella speranza di poter avere una risposta dalle istituzioni a cui mi sono rivolto. Ogni anno, come mia abitudine, mi reco in Sardegna presso una casa di proprietà e grazie alla “dialisi vacanze” usufruisco di continuità assistenziale. Quest’anno, un comunicato di ASSL Olbia, che sospende “dialisi vacanze”, mi ha messo nell’impossibilità di fare le vacanze in Sardegna. Non posso andare in un altro posto, le difficoltà economiche che mi ha procurato il distanziamento sociale mi rendono impossibile affittare una casa. Sono disponibile a munirmi di passaporto sanitario, così da garantire la mia negatività al Covid-19. Spero in un cambio di rotta da parte delle autorità.»
Pubblichiamo la lettera che Carlo Alberto Cecconi ha inviato il 14 Maggio
destinatari: Regione Autonoma della Sardegna, ATS Azienda Tutela Salute.
Mi chiamo Carlo Alberto Cecconi, sono un dializzato romano di 34 anni, l’anno scorso ho avviato una mia piccola impresa di servizi che quest’anno per le ragioni che tutti sappiamo è praticamente ferma. Ogni anno dopo 11 lunghi mesi di lavoro, riesco a ritagliare una ventina di giorni, necessariamente tra il 20 luglio ed i primissimi di settembre per rilassarmi a Porto Pollo (Palau), dove mio padre ha da moltissimi anni una casa, e la mia insufficienza renale mi ha costretto già da tre anni a ricevere il trattamento dialitico presso il centro di Maddalena prima, e Arzachena poi, dei quali non posso dire che bene, sia come strutture, che come personale, professionalmente ed umanamente eccellente. Quest’anno leggo il comunicato dell’ ATS Sardegna, ASSL Olbia, nel quale si dice che non sarà possibile rendere operativo il programma “dialisi vacanza” attribuendone la causa “alle strategie messe in esser per ridurre la diffusione del coronavirus”, motivazione che secondo me non tiene conto del fatto che nei trattamenti dialitici vengono sempre e necessariamente poste in essere cautele tali da impedire la diffusione di qualunque malattia, anche virale. Mi rendo conto che il momento di crisi è assolutamente più grave del problema della mia possibilità di vacanza, ma vi assicuro, e credo ne siate Voi stessi sicuri, che quei giorni giovano profondamente, direi in modo essenziale, alla mia salute psico-fisica, quest’anno messa a dura prova, oltre che, come negli anni scorsi, dalla insufficienza renale e dalla terapia dialitica trisettimanale, dalla crisi economica molto grave della mia attività, che quindi, oltre a tutto il resto che tutti sanno, non mi permetterebbe di andare da nessuna parte se non dove ho attualmente un appoggio, cioè solo a Porto Pollo. Alla luce anche delle “voci di corridoio” relative al passaporto sanitario, mi sono già informato sulle modalità per poter essere in possesso della documentazione richiesta.
Per questo Vi chiedo di valutare con comprensione, ove non fosse possibile la revoca della disposizione generale, una deroga nei confronti di chi, come me, è sanitariamente controllato continuamente (e quindi non può essere portatore di nessun virus e/o batterio) e ha una casa che costituisce un decisivo strumento per la massima osservanza di ogni disposizione anticontagio. In attesa di un Vostro cortese riscontro, porgo i miei migliori saluti, certo che il mio appello sarà valutato con la giusta attenzione.
Petizione “Diritto alla libera mobilità del paziente dializzato”