Luana Valle è la donna che con le lacrime agli occhi racconta ai microfoni di PaeseRoma.it la drammatica vicenda che l’ha colpita due anni e mezzo fa, quando il primo febbraio del 2018, dopo aver accompagnato suo figlio Davide a scuola, ha dovuto rinunciare ad averlo accanto. Davide, un bambino di soli nove anni, in quello stesso giorno è stato prelevato coercitivamente dalla classe in cui si trovava da uomini dell’anti-crimine e ha dovuto rinunciare all’amore della madre.
L’ennesima storia straziante che ci viene raccontata questa volta dalla Valle, l’ennesima storia di un minore separato dall’amore materno. Un affidamento esclusivo al padre, uomo che, a detta della donna, ha usato la violenza su di lei e sul minore stesso, causandogli in passato una corsa in ospedale con danni alla mano e un disagio psichico reattivo certificato dal pronto soccorso.
Prelevare Davide dalla classe come fosse un criminale, violarlo fisicamente e moralmente, hanno influito sulla vita del minore, ne hanno ovviamente segnato gli anni a seguire. E i due anni e mezzo lontani dalla madre, figura prevalente e amatissima dal bambino, non fanno che acuire il senso di dolore del piccolo.
«Il provvedimento coercitivo è stato chiesto dal padre unitamente al servizio sociale» ha rivelato la Valle a PaeseRoma.it, «è stato emesso il provvedimento, che in realtà giorni prima era già stato rigettato, perché il collegio di Davide aveva espresso parere contrario, perché sarebbe stato pregiudizievole a livello psicofisico sul bambino e di rafforzamento del rifiuto verso il padre. Eppure dopo due giorni è stata accolta la richiesta da parte del padre ed è stato eseguito con violenza su Davide, nonostante protestasse». La mamma del bambino, ormai undicenne, ha poi aggiunto: «Queste azioni brutali non sono degne di un Paese civile. Un provvedimento giudiziario non può essere a favore del minore quando comporta una violenza morale o fisica. Se lui preferisce la madre, perché glielo si impedisce? Mio figlio ha sempre chiesto di stare solo con me. Ha fatto anche test psicodiagnostici, è risultato in grado di discernere e ha accusato apertamente il padre di averlo fatto finire in ospedale. Ma ora è ancora con lui».
Luana Valle si presenta senza mascherina, a volto aperto, ai microfoni del quotidiano, e lo fa perché il figlio, che non la vede da quasi tre anni, possa riconoscerla bene. Ma anche perché non vengano assolutamente mostrati al bambino dei video artefatti». L’avvocato Carlo Priolo, che come sempre non ha paura di fare nomi e cognomi di chi si sarebbe voltato dalla parte opposta rispetto alle richieste di aiuto dei genitori di bambini sottratti, ha dato la propria voce per poter leggere la commovente lettera che Davide ha scritto di suo pugno due anni e mezzo fa con la quale, attraverso toccanti parole, spiega il suo disagio psicofisico: «Mamma vieni e portami con te, io sto troppo male. Non resisto più. Se vuoi, fai vedere questa lettera. Ti voglio tanto, tantissimo bene mamma».
In questi anni la Valle avrebbe anche subito ricatti: le invierebbero cause doppione, solo per farle pagare spese enormi, starebbero tentando di cacciarla di casa, le avrebbero anche sfondato la porta e sequestrato il gatto. Ma non solo. Stando alle dichiarazioni della donna le starebbero anche impedendo la causa di appello per il riesame dell’istanza di primo grado. «Eppure, nonostante tutto, ho ancora fiducia nella giustizia. Vi prego, fermate questo scempio, perché Davide possa tornare a casa con me, io sono la madre».
È poi intervenuto anche il legale, asserendo che «questo è il virus della società italiana. Un’operazione criminale contro famiglia, contro gli affetti più puri. Ci sono oltre 40mila bambini sequestrati ad oggi, oltre cinquecento persone coinvolte, tra genitori, zii e via dicendo. Ora basta sonnecchiare. Bisogna agire per salvare questi bambini e riportarli da chi li ha tenuti in grembo per nove mesi».