“Mi dice di resistere e di continuare a sperare nel futuro. Mi dice di tenere viva la speranza che è in me, di non lasciarla mai morire, perché finché ci sarà la speranza ci sarà anche la possibilità di una vita migliore.”
Il peccato, la caduta, l’oblio, la speranza, la redenzione. Un lungo, difficile percorso ben narrato nella brillante opera di Angela Bevilacqua: La città del vizio, edito da Guida. Tra queste pagine seguirete i passi di Elia, che inizialmente si presenta come un uomo finito, alcolizzato e ridotto sul lastrico dopo una serie di sbagli che hanno coinvolto persino chi amava. Aiutato da un curioso personaggio, l’Accidia, viene invitato nella Città del Vizio, luogo metafisico dove ogni piacere ed eccesso noto agli uomini è padrone indiscusso. Elia abbandona ogni indugio sapendo di non avere nulla da perdere: i cancelli della Città si aprono davanti ai suoi occhi mostrandogli tutte le sue forme di svago. In questo grottesco paese dei balocchi, l’uomo proverà dapprima a distrarsi, perdendosi tra gli innumerevoli piaceri e precipitando così in un oblio sempre maggiore, insieme a tutti i suoi “concittadini”, credendo di essere in paradiso. Ma la Città del Vizio si rivela ben presto l’esatto opposto agli occhi di Elia. Da allora avrà inizio la fuga, la disperata ricerca di una via d’uscita dall’inferno che non solo lo circonda, ma che brucia persino dentro di lui; la ricerca di una nuova occasione, allo scopo di redimersi e lasciare il suo drammatico passato alle spalle.
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L’autrice dimostra tra queste pagine grandi doti narrative, ben bilanciate tra azione, introspezione e descrizione, con una varietà di personaggi caratterizzati e in grado di sorprendere man mano che si procede con la lettura. La città del vizio si rivela una grande metafora della vita umana, che allo stato attuale viene spesso associata a un vortice infernale ricolmo di vizi e tentazioni che rischiano di far precipitare ciascuno di noi in un baratro. Senza apparente via d’uscita. Ma al tempo spesso ci ricorda che, finché si vive, la speranza vive con noi. Non esiste peccato in grado di annientarla… e grazie ad essa siamo in grado di rialzarci da ogni caduta e avanzare.
Come nasce questo libro?
Io ho tre grandi passioni: il cinema, la scrittura e il disegno. “La Città del Vizio” nasce proprio grazie a quest’ultimo: un giorno mi sono divertita a immaginare i sette vizi capitali sottoforma di personificazioni e li ho raffigurati ognuno con le proprie peculiari caratteristiche. Ho pensato che sarebbe stato bello rendere dei personaggi così particolari i protagonisti di una storia e così ho cominciato a scrivere! Ho tratto ispirazione da alcuni romanzi come “Il Faust” di Goethe, “Il Maestro e Margherita” di Bulgakov e “Pinocchio” di Collodi, ma anche dall’universo fantastico dei film del regista Terry Gilliam.
Al di là di quella che può sembrare una visione religiosa dati i personaggi e il contesto della storia, “La Città del Vizio” vuole mostrare che l’essere umano è fatto di luci e di ombre e che il bene e il male sono entrambi parte del suo essere. Nella vita si possono compiere degli sbagli, spesso vi è l’opportunità di rimediare, ma c’è chi la coglie e chi non la coglie.
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Cosa pensi dell’editoria d’oggi?
Credo che bisognerebbe osare di più! Mi rendo conto che i lettori sono meno degli scrittori e che per ragioni di mercato si tende ad andare sul sicuro, ma mi piacerebbe che le grandi case editrici prendessero esempio da quelle piccole dando più spazio agli scrittori emergenti, invece di puntare sempre sugli stessi autori. Anche con i generi bisognerebbe spaziare: scartare a priori una storia solo perché il genere cui appartiene “in Italia non vende” è sbagliato. Se un prodotto di base è buono, quale che sia il suo genere, può trovare il suo pubblico, soprattutto se aiutato da un buon lancio pubblicitario. Ovviamente questo è il mio parere personale, ma capisco che non è così semplice.
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Leggi il mio libro perché…
Perché verrai trascinato in un’avventura coinvolgente, ricca di rimandi all’arte, alla letteratura, alla storia e all’ esoterismo, ma allo stesso tempo capace di darti qualche spunto di riflessione. “La Città del Vizio” è adatto agli amanti del genere fantasy ma non solo: tratta di temi assolutamente reali per mezzo di elementi surreali che rendono il racconto originale e accattivante.
Il libro è nato grazie ai disegni dei Peccati Capitali, ma anche durante la scrittura mi sono aiutata realizzando degli schizzi degli ambienti della Città del Vizio. Dato che il disegno mi ha accompagnata durante tutte le fasi della stesura del romanzo ho pensato che sarebbe stato bello creare io stessa la copertina. Nell’illustrazione, la ragazza di spalle con i capelli al vento rappresenta il genere umano, le mani demoniache che tentano di ghermirla rappresentano la tentazione e infine i gigli la purezza.
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Progetti futuri?
Sono al lavoro sulla pre-produzione del mio terzo cortometraggio e visto che guardo lontano ho già iniziato a scrivere la sceneggiatura di un lungometraggio. Sul fronte letterario invece spero presto di pubblicare un secondo romanzo. Io non mi fermo mai: la mia esigenza più grande è raccontare storie, quindi spero che sentirete ancora parlare di me!
Il libro merita 5 stelle su 5.
Maura Capuano