Come avevamo annunciato, ieri, 30 maggio, a Firenze si sono svolte ben cinque distinte manifestazioni che abbiamo cercato di seguire e delle quali questo articolo vuole essere il resoconto. La prima in Piazza Santa Maria Novella, la mattina alle 10, era organizzata dai Gilet Arancioni, dell’ex Generale dei Carabinieri Pappalardo, anche se non tutti i circa 500 presenti, erano militanti di questo movimento, essendovi in piazza, anche qualche decina di Partite Iva. Fra le Partite Iva, abbiamo intervistato il geometra Marco Gasbarri, che ci ha parlato delle difficoltà della sua professione. Innanzitutto i 600 euro, a molti professionisti, non solo geometri, non sono ancora arrivati, in quanto mancano i decreti attuativi che servono alle casse previdenziali professionali per girare tali soldi ai loro aderenti. Inoltre secondo Gasbarri, andrebbero rivisti anche i contributi previdenziali minimi, nel caso dei geometri di 5mila euro, piuttosto pesante per chi fattura meno di 25mila euro, in una situazione come questa segnata da scarsità di clientela e di liquidità. Se il contributo minimo dovesse rimanere di tale importo, il rischio sarebbe di non vederlo versato da molti professionisti, non per loro cattiva volontà, dato che oltretutto sarebbe nel loro interesse versarlo trattandosi di un versamento contributivo, ma per reale impossibilità economica. Inoltre un grosso problema secondo Gasbarri, potrebbe rivelarsi il bonus fiscale del 110% sulle ristrutturazioni edilizie che la maggior parte dei clienti, ovviamente vuole utilizzare, per rifarsi la casa gratis, ma che rischierebbe di estromettere dal mercato le piccole imprese che si troverebbero senza i soldi per pagare i materiali e le maestranze. Infine anche la prolungata chiusura di certi uffici pubblici inerenti la sua professione, quali catasti e conservatorie, crea problemi, rendendo difficili la consegna ed il ritiro delle pratiche per i clienti.
A seguire si è svolta, in Piazza Signoria, la manifestazione, organizzata dall’Associazione Nazione Rom, con l’appoggio politico dell’Eurodeputato tedesco di etnia Rom, Romeo Franz, componente del gruppo Verdi – Alleanza Libera Europa, al Parlamento Europeo. La protesta era finalizzata all’ottenimento di aiuti alimentari ed economici per 55 famiglie Rom, residenti a Firenze, e si svolgeva in concomitanza con analoghe manifestazioni a Roma, Napoli e Torino. Si è accesa, in questo caso la polemica tra Marcello Zuinisi, Presidente di Nazione Rom, e l’Assessore alle Politiche Sociali del Comune di Firenze, Andrea Vannucci, che ha rifiutato, di fatto, l’erogazione di tali aiuti, ritenendo tardive le domande presentate, in quanto legate alla stretta emergenza della chiusura forzata per cittadini ed imprese, e sostenendo che i termini scadevano il 17 aprile. Zuinisi dal canto suo ha detto che i termini sono stati prorogati dal Governo con un apposito rifinanziamento, in data 13 maggio, ed ha promesso di tornare a manifestare, sotto Palazzo Vecchio, domani 1 giugno alle ore 10, e di essere pronto a farlo ad oltranza, sino all’erogazione da parte del Comune di Firenze, degli aiuti richiesti. Naturalmente noi di PaeseRoma.it ci saremo, per seguire gli sviluppi futuri di questa vicenda.
Nel pomeriggio, invece, si è svolto il corteo dei Sindacati di Base, e di svariati comitati e movimenti cittadini, con partenza dal Lungarno Santarosa, arrivo sul Ponte Santa Trinita, e ritorno, toccando entrambe le rive dell’Arno. Abbiamo intervistato un’attivista del Comitato No Aereoporto No Inceneritore, che ha ribadito la contrarietà al progetto della nuova pista aereoportuale, considerata un’opera dannosa dal punto di vista ambientale, molto costosa, ed inutile per lo sviluppo economico, vista la situazione di assenza totale del turismo, segmento principale di mercato per l’aereoporto, che non avrebbe di fatto alcuna utenza. L’attivista ribadisce di essere contraria, come il suo comitato, anche alla realizzazione, a Campi Bisenzio, del nuovo stadio della Fiorentina, ipotesi che il patron viola Rocco Commisso, ritiene essere l’unica praticabile, oltre all’eventuale ristrutturazione dell’Artemio Franchi. Alla nostra domanda se non ritenga che il dire no a tutto e tutti, possa rappresentare una sorta di autoghettizzazione per il suo comitato, l’attivista ci ha risposto dicendo che il sostenere che il comitato dica no a tutto e a tutti, solo per il gusto di farlo è una bufala, e che l’opposizione ai progetti urbanistici per la piana fiorentina è dovuta al fatto che tali progetti sono considerati vergognosi e dannosi per l’ambiente in quanto basati solo su enormi colate di cemento a fini speculativi, che si tratti di aereoporto, stadio, o centri commerciali.
Abbiamo poi intervistato alcuni esponenti dei Cobas della scuola, in protesta contro una circolare emessa il 25 maggio dall’Associazione Nazionale Presidi, contenente le linee guide elaborate dai dirigenti scolastici per il rientro a scuola a settembre. Le criticità di tale documento stanno secondo i Cobas, nell’evidente tentativo da parte dei presidi, di prendere in mano con la scusa dell’emergenza Covid19, la gestione dei propri istituiti, non solo con la totale autonomia economico finanziaria e decisionale, ma anche con l’abolizione degli organi collegiali, e la creazione di una sorta di gerarchia, estranea all’attuale ordinamento scolastico, attraverso lo strumento della delega, a docenti di loro fiducia, della gestione dei protocolli igienico sanitari, tra i quali spiccano quelli sul distanziamento fisico degli studenti. I sindacati di base, sono quindi fermamente contrari all’istituzione di questa figura del super preside che andrebbe molto oltre la già pessima cosiddetta “Buona Scuola” ipotizzata da Matteo Renzi quando era Presidente del Consiglio. I Cobas si dicono anche contrari alla didattica a distanza che non può andare oltre la fase emergenziale per non creare sperequazioni tra studenti, dal momento che sono questi ultimi il vero cuore pulsante della scuola e considerando che non tutti hanno le stesse possibilità di accesso alle connessioni telematiche, che comunque non possono mai sostituire la didattica di contatto, vale a dire quella tradizionale.
Abbiamo intervistato poi Silvia Gabbrielli rappresentante toscana della sigla sindacale USB che spiegando lo slogan portato oggi in corteo dal suo gruppo: Nessuno deve rimanere indietro” ha voluto sottolineare l’esigenza di dover risolvere la difficile situazione economica post Covid19 per molte categorie di lavoratori dipendenti specialmente in settori soggetti ad appalti, quali, ad esempio le mense scolastiche, e la sanità, nella quale dopo averli dichiarati eroi, adesso le istituzioni hanno lasciato gli infermieri precari a se stessi, vera e propria carne da macello. Ma la situazione che presenta maggiori problematiche, risulta essere quella dei lavoratori del commercio, messi in ginocchio dalla crisi del turismo. In questo caso, molti lavoratori, a causa di contratti con pagamento misto, che prevede una parte a nero, oltre la busta paga, si trovano oggi a fronte di entrate mensili ordinarie, pari a circa 1300/1400 euro, a percepire una CIG di soli 400 euro, con un enorme ridimensionamento del proprio potere di acquisto e la perdita della propria dignità. Nessun Governo, tuttavia secondo Gabbrielli, potrebbe fare meglio dell’attuale in campo economico, a causa della mancanza di fondi reali, dovuta anche alla scelta ultradecennale sia locale, nel caso di Firenze, che nazionale, di puntare tutto solo sul turismo, azzerato il quale, dall’emergenza sanitaria, rischiano di saltare le basi imponibili, e di conseguenza tutto il sistema delle politiche economiche sociali. Nel corteo era presente anche un volto noto della politica fiorentina, Ornella De Zordo, che per un decennio ha seduto sui banchi del Consiglio Comunale di Firenze, rappresentando la sua lista “Un’altra città un altro mondo.”
La De Zordo, si e’ detta felice di vedere molteplici componenti sociali, dai collettivi studenteschi, universitari e medi, ai sindacati di base, ai comitati ed ai gruppi auto organizzati, unite in corteo per protestare contro la visione del futuro di Firenze, prospettata dal Sindaco Dario Nardella, di un ritorno alla situazione pre Covid19 basata sempre e soltanto sulla monoeconomia del turismo, che non puo’ essere la sola forma di sviluppo economico per una città ricca di molte altre opportunità. Da segnalare poi la presenza di un banchino per la raccolta firme, a sostegno dell’infermiere di Massa, Marco Lenzoni, che a luglio deve affrontare il giudizio della commissione disciplinare, per aver denunciato dapprima ai suoi superiori, ed in seguito alla stampa, in piena emergenza sanitaria, la mancanza dei dispositivi di protezione individuale per gli operatori sanitari dell’ospedale di Pontremoli (MS) nel quale lavora. Il corteo si è riunito, in Piazza Cestello con il presidio dei lavoratori teatrali precari, prima di procedere verso il ponte Santa Trinita, ed attraversare due volte l’Arno per tornare al punto di partenza in Lungarno Santarosa. Non siamo riusciti a seguire la manifestazione delle Mascherine Tricolori, alla quale dedichiamo quindi la fotocopertina con un volantino che la pubblicizza.
Luca Monti
Si ringrazia per le foto il Blogger Stefano Giannattasio