Apprendiamo dal quotidiano Affaritaliani la durissima, ma necessaria, posizione del Monsignor Giovanni D’Ercole:
“Pregare è un diritto: o ce lo date o ce lo prendiamo”
“E’ stata una doccia fredda, sembrava che fossimo arrivati a un accordo. Poi le parole di Giuseppe Conte sono state dei macigni che hanno bloccato un dialogo che era sincero”
“Alla fine non si può essere fregati nella vita. Dobbiamo guardare le cose con oggettività: la chiesa non è il luogo dei contagi, non bisogna far passare quest’idea. Comitato scientifico: ma chi ve l’ha detto che la chiesa è il luogo dei contagi? L’esperienza nostra ci dice che la chiesa non è il luogo dei contagi. E poi noi siamo persone serie, ci teniamo alla salute della gente. E’ un diritto per la gente pregare. E’ un arbitrio, è una dittatura questa, di impedire il culto perché è uno dei diritti fondamentali e su questo non si possono fare sconti”
“Io fin dall’inizio ho detto e ho sostenuto che la chiesa non è il luogo dei contagi. I funerali ce li avete fatti fare così come cani e la gente ha sofferto. Quindici persone per un funerale. Noi sappiamo come gestire le cose, noi abbiamo a cuore l’amore per la gente, non vi preoccupate che non siamo dei superficiali. E i nostri preti vi hanno dimostrati di essere seri. Ve lo ricordate quel prete che aveva sei persone e i carabinieri sono venuti lì? Avete visto con quanta serietà ha lavorato? Noi siamo persone serie, per cui o o, non c’è un altro o”
“Bisogna che il diritto al culto ce lo diate, altrimenti ce lo prendiamo. E se ce lo prendiamo è solo un nostro diritto. Se riesco a tenere calma la gente è solo perchè amo questo popolo e questa gente è stanca. Ricordatevi anche che aiutare le persone con la preghiera significa tenerle più calme. Lo sapete quanta gente ricorre alla preghiera per turbe psicologiche? La gente non ce la fa più a vivere in lockdown. Abbiamo bisogno di recuperare spazio di libertà e la chiesa, oltre ad essere spazio di liberta, è anche spazio di speranza”