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Roma, 17 maggio
Questa sera, alle ore 21.15, presso lo spazio dell’Associazione Formiche di Vetro Teatro, in via dei Vascellari 40 a/b, andrà in scena Trittico del mio Byte: uno spettacolo scritto, diretto e interpretato da Luca Trezza.
Uno scenario particolare, giocato su effetti di luci e ombre, pochi oggetti, protagonisti di un significato profondo, ed un solo Autore, Luca Trezza, che incarna tre modi di essere differenti nel corpo e nella mente pur mantenendo quella linearità e simultaneità del racconto che si fa portavoce di un messaggio evocativo e rilevante: il Trittico formato da Abbokkapertaa + Neo’.melo’.Diko + racconto di fine mese verso le 3 e 1/2 della notte.
Assonanze, figure retoriche, linguaggio dialettale e alcune parole, frutto di assoluta inventiva e creatività, sono le essenze di questo spettacolo nonché il minuzioso e miniaturizzato movimento dei muscoli al suon di musica che spazia dal classico fino alla canzone neomelodica, ponendo grande attenzione non solo sonora ma anche testuale della lambada. Il filo conduttore d’immagine è la presenza del telefonino. Il testo è logico e ragionato per coinvolgere totalmente il pubblico, citando alcuni riferimenti ad opere colossali come l’Amleto di William Shakespeare, la Divina Commedia di Dante Alighieri e L’ultimo Nastro di Krapp di Samuel Beckett.
Ogni quadro del trittico dipinge età diverse: adolescenza, maturità e vecchiaia. Luca Trezza ha la capacità, i mezzi e le movenze per impersonare con toni di voci diverse le tre personalità fragili e inconsuete.
Il monologo della prima scena Abbakkoapertaa apre l’animo alla riflessione delle conseguenze allucinogene collegate alla perdita di una Madre e alla sua ricerca disperata per i vicoli, nei sogni, nelle danze, nei mercati e nei cessi di una discoteca. Il confine tra la vita e la morte si fa sottile, tanto da provocare un incontro in una zona di ombre mossa da esigenze ormonali e inquietanti. La separazione non trova pace nemmeno indagando e cercando risposte in “madonne contemporanee”, pieni di arcani e suggestioni.
Neo.melo’.Diko. narra invece, sotto forma di un giallo di periferia melo’, la vicenda di un cantante neomelodico. Affida a noi il racconto della sua vita, apparentemente normale: ama cantare alle feste di matrimoni e di battesimi, ha un sogno nel cassetto, ha la sua cerchia di amici tra cui un “impresario”, ha una fidanzata, ed ha come figura della famiglia la presenza della nonna. In tutta questa “guerra moderna” di chiamate, sms, trilli e post in bacheca, il povero ragazzo si ritrova a “spegnere” il battito del suo cuore.
Racconto di fine mese verso le 3 e 1/2 della notte parla di un vecchio reduce di guerra. Ammalato di “artereosclerosi-digitale”, ascolta tutte le notti ,verso le 3 e 1/2 della notte, le proprie registrazioni mentre commenta le sue storie al suo cane vivo o morto, non si sa. Quasi come uno spettro blu sullo sfondo nero appare come una visione questa strana figura che a tre quarti della scena sospira parole e sofferenze.
Tre storie indipendenti tra loro o collegate? Sicuramente immerse in un panorama del mondo virtuale che ci circonda: la perdita non più materiale delle persone e la loro ricerca disperata in chiamate e bacheche dei social network, il divertimento portato all’esasperazione e non alla soddisfazione e riflessione di se stessi e degli affetti e, infine, una possibile visione futura di un contesto alienato da presenze ancestrali di Byte.
di Donatella De Stefano