Riceviamo e volentieri pubblichiamo, questa lettera aperta che Padre Ernesto Santucci, operante in un quartiere difficile di Napoli, ha voluto scrivere a Papa Francesco, ed incentrata sull’urgenza di una remissione dei debiti, in linea con quanto insegnatoci dal Cristo, nell’unica preghiera a lui certamente attribuibile, il Padre Nostro. Ecco il testo integrale della lettera come pervenutaci;
Napoli, 7 luglio 2020
Caro Papa Francesco, chi le scrive è un suo confratello,di qualche anno più anziano di Lei. La mia vita è stata sempre a contatto con quelle persone che Lei,giustamente ama chiamare “gli scarti”. Ormai sono vecchio,ma da alcuni anni seguo con interesse il gruppo creatosi intorno all’ icona della Madonna dei debitori. Apprezzo molto il lavoro che stanno facendo per individuare e curare il cancro del millennio: il debito, originato dalle sequenze monetarie private, in mano a bancari senza scrupoli. Partendo dal testamento del teologo Jacques Maritain e dalla crisi permanente di una società dove oggi esiste solo un euro in circolazione per ogni sei euro di debito tra pubblico e privato, mi viene alla mente la necessità di un giubileo all’antica, un giubileo universale di tutti i debiti, come suggerito da tempo da tanti economisti tra cui il prof. Michael Hudson – vedere il suo libro del 2018 “…and forgive them their debts: Lending, Foreclosure and Redemption From Bronze Age Finance to the Jubilee . Questo giubileo è reso ancora più necessario dalla crisi della pandemia che, se anche ci costringe a mascherarci, ci offre un’opportunità per una riflessione più profonda. Il vero malessere che ci opprime è dovuto al fatto che la società ha un cancro terribile: lo stadio terminale del capitalismo quando alla trinità la gente sostituisce il Dio quattrino, l’unico che apparentemente permette loro di godere appieno dei diritti civili (cibo, vestiti, casa, bollette, etc.). Se vogliamo tentare un’alternativa occorre pensare innanzitutto a togliere l’angoscia della precarietà dovuta al debito, un debito inestinguibile moralmente e matematicamente, che mette l’uomo contro l’uomo, senza speranza di vittoria comune. E dico moralmente perché alla luce degli studi del gruppo della Madonna dei Debitori, si è rivelato che le banche creano denaro dal nulla senza contabilizzarlo, e per questo mimano continuamente di essere sull’orlo del fallimento invocando aiuti perenni da uno stato ignaro – o complice. Il mondo è quindi diviso in due, tra veri rovinati e quelli che simulano la rovina per ottenere ulteriori concessioni, i banchieri-dittatori. La Chiesa si trova di fronte a un bivio: o è parte della soluzione, o rimane parte del problema. Un’alternativa drastica, prima dell’avvento prossimo della moneta di banca centrale (CBDC) è quello di creare una moneta cristiana per dare al Cesare di Francoforte l’euro che è il suo e dare al popolo di Dio una moneta libera dal debito usuraio (oggi costerebbe veramente poco realizzarla specie se si è ancora creduti). Ma se questa soluzione fosse troppo ardita, o troppo coraggiosa, si scelga almeno la strada del giubileo dei debiti. Poco importa quanto seguito avrà nell’immediato, l’importante sarebbe già annunciarlo! Francamente, non fare niente sarebbe facilitare la presa demoniaca della genìa di banchieri che stanno spremendo il pianeta di tutte le risorse, senza ottenere, per il danno che fanno, un beneficio equivalente. Mi appello alla Sua Saggezza per valutare l’opportunità migliore e prendere l’iniziativa. Ritengo che un suo intervento in proposito,potrà’ essere molto utile alla causa. Lo Spirito Santo illumini le sue parole.Tante povere persone,schiave dell’usura,potranno ritornare ad avere serenità e pace. Mi benedica. Saluto cordialmente,
Suo fratello in Cristo Padre Ernesto Santucci S.J.
Non rientra nel nostro compito specifico il commentare il pensiero epistolare altrui, ma non possiamo che trovarci d’accordo con Padre Santucci. Nessun’operazione economica risulta infatti sostenibile, nel mondo, se prima non si spezza la catena del debito globale, sia tra privati, che tra istituzioni. Speriamo che Papa Francesco, accolga quest’invito e faccia sentire alta la sua autorevole voce, a sostegno della posizione sdebitista assunta da Padre Santucci.
Luca Monti