Il 25 giugno scorso, la società tedesca Wirecard AG, ha avviato di fatto le procedure fallimentari, e fin qui, niente di interessante dal momento che molte aziende, anche ben più conosciute, sono fallite, a causa della quarantena, imposta da vari governi nel mondo, che ne ha paralizzato le attività. Il problema è che Wirecard AG, non è un’azienda qualsiasi, ma il terzo colosso mondiale nei sistemi di pagamento digitali dopo PayPal e Western Union. Sorprende quindi la quasi totale indifferenza con cui il fallimento di Wirecard AG, è stato accolto dai mass media nel nostro Paese. Stiamo assistendo, infatti, ormai da mesi al dibattito politico, a tutti i livelli istituzionali, sulla necessità di implementare le tecnologie digitali, e non ci preoccupiamo delle conseguenze negative che il crollo di un colosso del genere può avere sul nostro Paese, e sulla sua già disastrata economia, il che appare quantomeno paradossale. Purtroppo come spesso accade, i paradossi della politica italiana, che ignora, o finge di ignorare un problema, in realtà non fanno altro che peggiorarlo, ed il caso Wirecard Ag, non fa eccezione. Da quest’azienda tedesca, dipendono, infatti, anche decine di migliaia di carte prepagate, in mano a nostri concittadini, ad esempio le Sisal Pay, che a seguito del fallimento di Wirecard AG, sono state bloccate, in entrata ed in uscita, il che vuol dire che vi sono molti Italiani, che hanno visto i propri soldi bloccati sulla loro carta prepagata, senza alcuna comunicazione preventiva, e che magari lo hanno scoperto facendo un acquisto online, o peggio ancora in un negozio quando si sono visti rifiutare la transazione dal sistema, pur sapendo di avere fondi sulla carta, con evidenti imbarazzi e figuracce. Certo Sisal, che ovviamente non ha alcuna colpa della situazione, sta provvedendo a sostituire le carte bloccate, ma con quali tempistiche? E con quali possibilità concrete di poter riaccreditare sulle carte di nuova emissione le cifre esistenti su quelle vecchie, visto che per forza di cose, le nuove carte non potranno essere gestite dal sistema informatico di Wirecard AG, ma da quello di altri soggetti operanti nel settore, che non avendo a disposizione i dati delle transazioni passate dall’azienda tedesca non ne conoscono gli importi ed i destinatari? Insomma il problema esiste, e non sembra di facile soluzione. Ma vi è anche un altro aspetto, meno visibile della questione, ma altrettanto problematico ovvero la possibilità per l’economia illegale di sostituirsi a quella legale nel gioco online, e nelle scommesse, visto che Sisal, si occupa principalmente di questo settore e le sue carte prepagate, possiamo immaginare venissero utilizzate dagli scommettitori per puntare online od in agenzia senza fare circolare i contanti. Insomma, un altro paradosso tutto italiano, da un lato i politici fanno di tutto per limitare, in modo peraltro costituzionalmente discutibile, l’uso del contante, con la scusa della lotta all’evasione ed all’economia illegale, e poi non si interessano del blocco delle carte di decine di migliaia di persone costringendole ad operare in contanti, in un settore borderline, e spesso contestato per questo, come quello delle scommesse. Ci auguriamo che qualcuno prenda a cuore la questione, e risolva questo problema non da poco, in un momento economicamente tragico come questo.
Luca Monti