Il mese scorso, ha cominciato a girare sui social negli Stati Uniti, per poi arrivare anche nel nostro Paese, la strana immagine di un presunto murale dipinto nel 1994 all’aereoporto di Denver, che avrebbe “profetizzato” il Covid19.
Non ci sarebbe niente di strano, infatti, visto che nel romanzo “The Eyes of Darkness” del 1989, si parla di un virus sviluppatosi nel 2020 a Wuhan, ma il murale di Denver che gira sui social, è una bufala già nella data, in quanto l’aereoporto in questione venne inaugurato solo nel 1995, ed è quindi impossibile che vi fosse l’anno prima esposta un’opera del genere, della quale peraltro conosciamo anche l’autore, il filippino Christian Joy Trinidad, che l’ha realizzata su carta, e pubblicata sul proprio profilo Facebook il 25 febbraio di quest’anno, con tanto di firma, in basso a destra.
L’opera intitolata “Mask Communication” ha fatto parlare di sè la stampa filippina che, agli inizi di marzo, ha spiegato come il suo autore, volesse rappresentare il mondo, unito dal flagello del coronavirus. Eppure, anche se non coinvolta nel complotto delle elites come vorrebbero i social, quest’opera di Christian Joy Trinidad vanta probabilmente un primato. “Mask Communication” risulta, infatti, in proporzione più contraffatta della Monna Lisa di L.eonardo. Visto il soggetto di stretta attualità, infatti, non solo i complottisti si sono divertiti ad usarla per alimentare il mito del murale di Denver, modificandola rispetto all’originale come si nota nel dettaglio della mascherina indossata dal personaggio arabo, che nella foto appunto modificata, del presunto murale di Denver non ha la bandiera di Paesi Arabi come nell’originale, ma quella di Israele, ma ne hanno approfittato, anche per partecipare ad un concorso artistico sul tema del coronavirus svoltosi in India dopo la riapertura con la firma Neha Kumari, in alto a sinistra, e la presunta data di realizzazione 28 dicembre 1995, anch’essa in linea con la teoria del complotto.
Non possiamo escludere del tutto, ovviamente neanche l’ipotesi di una strategia di marketing, ideata dallo stesso autore Christian Joy Trinidad, per tenere alta l’attenzione del pubblico sulle sue opere. Se così fosse, ci troveremmo di fronte probabilmente ad un nuovo Banksy. Ai posteri, ma soprattutto a quel difficile banco di prova che è il mercato dell’arte, l’ardua sentenza sulla carriera artistica e mediatica di Christian Joy Trinidad.
Luca Monti