Rudi Garcia in conferenza stampa, aveva lanciato una sfida ai cugini biancocelesti, con dichiarazioni ironiche e pesanti, riguardo anche al rinvio tanto criticato del match. Parole che hanno irritato ulteriormente l’intera tifoseria laziale, creando un clima infuocato intorno al derby, che quest’anno non metteva in palio soltanto la supremazia cittadina, ma anche il secondo posto con la conseguente qualificazione diretta in Champions League.
La Lazio di Stefano Pioli oggi è scesa in campo con un unico obiettivo, vincere e scavalcare la Roma, per poi giocarsi tutto a Napoli la settimana prossima, nell’ultima giornata di Serie A. I tifosi rispondono alla grande con una coreografia memorabile, degna della straordinaria stagione della Lazio.
La partita non è spettacolare nel primo tempo, l’unico protagonista è l’arbitro internazionale Nicola Rizzoli, con ben 4 cartellini estratti. La prima frazione di gioco si conclude senza emozioni rilevanti sul campo, ma solo con lo spettacolo delle curve che cantavano ininterrottamente da una parte e dell’altra, per i loro beniamini in scena sul rettangolo verde.
Nel secondo tempo, cambia il ritmo della partita, con le due formazioni che concedono più spazi, dedicandosi maggiormente alla fase offensiva. Il primo cambio della gara viene effettuato da Garcia al 61′ minuto, con l’uscita del capitano Francesco Totti , sotto gli applausi scroscianti del pubblico di fede giallorossa e sotto i fischi assordanti dei padroni di casa biancocelesti. Entra in campo al suo posto, l’attaccante esterno Victor Ibarbo, per dare maggiore velocità e fisicità alla manovra della Roma. Ma la mossa che cambia il match, è l’inserimento di Miralem Pjanic al posto di Keita. La classe del giocatore bosniaco si vede già dai primi tocchi, fino a che pochi istanti dopo, effettua la giocata che avvia l’azione vincente del gol di Manuel Iturbe.
La Roma passa in vantaggio al 71′ minuto con l’attaccante argentino, amato e criticato dai tifosi giallorossi, che lo porteranno nel cuore almeno in questo derby.
Pioli non cade nella trappola psicologica e mette in campo Djordjevic, che solo 5 minuti dopo, riporta in parità il match e la storia del derby, con un gol di testa. L’intuizione del mister, riaccende la curva Nord, che ritorna a cantare sperando nella vittoria, ma la Roma non abbassa la testa e reagisce con rabbia. Esce Iturbe esausto, ed entra il centravanti ivoriano Seydou Doumbia, per sfruttare al meglio le abilità sul gioco aereo. Proprio con questo tipo di giocata, la Roma ritrova il vantaggio. Punizione dal limite di Pjanic, che disegna la traiettoria per la testa di Yanga Mbiwa, che vola in cielo e insacca il pallone alle spalle di Marchetti.
Un colpo inaspettato del difensore francese, che mette a segno il suo primo gol italiano e lascia la Lazio senza parole, portando la Roma alla vittoria del derby.
La curva Sud è al settimo cielo, nonostante lo sciopero ai danni del presidente Pallotta, mentre la curva Nord, reagisce con orgoglio, verso una squadra che in questo campionato, ha dato l’anima giocando il miglior calcio in Italia e al San Paolo si giocherà tutte le carte, per conquistare una meritata Champions league, passando però eventualmente, dagli scomodi e pericolosi preliminari.
Articolo di Alberto Fuschi