Di Alberto Zei
La scorsa settimana in via del Tritone – Un tassista in servizio, tale D.S. di anni 41, giorni fa, era stato fermato la mattina da una pattuglia del gruppo Trevi della Polizia di Roma, per un normale controllo. La reazione dell’uomo era stata però, particolarmente esagerata, tanto che questi aveva iniziato dapprima ad inveire minacciosamente contro i due agenti della pattuglia, gesticolando in maniera vistosa e alzando la voce, poi addirittura procurandosi delle ecchimosi ad un orecchio, accusando uno degli agenti di averlo colpito. Una situazione particolarmente grave, soprattutto perché si tratta di una persona che, gestendo un servizio pubblico, dovrebbe garantire l’incolumità e la sicurezza dei passeggeri. Per questo motivo, giunta l’ambulanza richiesta dall’uomo, gli agenti richiedevano alla struttura sanitaria di sottoporre il D.S. ad accertamenti urgenti per verificare se l’uomo fosse in stato di alterazione per qualche sostanza che avesse preso. La risposta, arrivata successivamente negli uffici della Polizia di Roma Capitale, riferiva che il tassista in ospedale aveva rifiutato il controllo obbligatorio.
Quando gli agenti del Gruppo Trevi hanno avuto notizia del fatto, hanno subito iniziato le ricerche del tassista, rintracciandolo nel fine settimana presso via Giolitti. Oltre alla multa relativa al rifiuto di sottoporsi alle analisi, che per il codice della Strada equivale alla positività, gli è stata ritirata la patente di guida, il Certificato di Abilitazione Professionale (CAP); inoltre il taxi è stato sequestrato.
Certamente è abbastanza grave, se non vi fosse una sottostante ragione sarebbe anche sciocco, rifiutarsi al controllo sull’eventuale assunzione di sostanze stupefacenti, che avrebbero potuto rendersi compatibili con uno stato alterato al punto tale di non essere giustificato come comportamento relazionale per ciò che ha preceduto il controllo. Se poi una persona incaricata ad un servizio pubblico, come appunto quello del tassista, avesse un comportamento naturale così come quello dimostrato nel caso in questione, il fatto sarebbe ancora più grave trattandosi di una espressione di caratterialità talmente perturbata da ricordare il comportamento di Mr. Hyde in stato permanente. Il riferimento è quello del famoso romanzo di Stevenson fa da cui hanno tratto spunto le diverse versioni cinematografiche del “Lo strano caso del dottor Jekyll e di mister Hyde” che quasi tutti noi abbiamo visto.
Sarà ora, il Prefetto, al quale la Polizia Locale ha inviato tutti i documenti, a decidere le sanzioni. Forse ai cittadini poco importa tra tanta microcriminalità diffusa nella capitale, sapere che il tassista è stato adeguatamente punito per le sue intransigenze, quanto essere rassicurati che quando si incontra o si utilizza un mezzo pubblico come tassi, si abbia a che fare con categorie di persone che esprimano, la cortesia e la disponibilità con la quale Roma si rivolge a tutti cittadini.