Luca D’Ambrosio, cortesemente, vuol raccontarci come è nato Musicletter e perché? Come mai la scelta di chiamarlo così?
In realtà Musicletter.it non è altro che la naturale estensione della mia passione per la musica, per la “popular music” a voler essere più precisi. Anagraficamente parlando, nasce nel febbraio 2005. Inizialmente era una semplice newsletter con allegato un PDF che spedivo a un gruppo ristretto di persone, circa 300, poi, invece, il 2 maggio 2005, ho provveduto a registrare un dominio, visto l’interesse manifestato dai lettori e dalle persone che vi iniziavano a collaborare. Di lì a poco il numero degli iscritti e dei collaboratori è andato ad aumentare considerevolmente. Per quanto riguarda il nome, è stata quasi una scelta intuitiva e consequenziale, si è passati da “Newsletter” a “Musicletter”.
Di fatto, quando c’è stato il cambiamento che lo ha fatto diventare un blog?
Nel 2010: un vero e proprio cambio di rotta (sinceramente, con annessi sacrifici di tipo sentimentale!). Concretamente, si è messo via il formato “rivista PDF” e si è passati al formato blog mettendo tutto online. Nonostante qualche dubbio iniziale devo ammettere che il cambio di rotta si è rilevata una scelta azzeccata, non solo per il numero delle visite e degli iscritti alla newsletter, ma anche per le nuove collaborazioni che sono nate . Grazie a questo cambiamento siamo diventati partner della Rappresentanza in Italia della Commisione Europea del MEI (Meeting delle etichette indipendenti). Musicletter.it è stato accreditato da Google News come fonte ufficiale di notizie. Un bel salto di qualità, ma soprattutto una bella soddisfazione.
Altroché! E poi adesso ricorre anche l’anniversario, il blog festeggia dieci anni di vita: tirando le somme, può dire che…
Mai e poi mai, avrei immaginato che un sito come Musicletter.it, nato quasi per gioco, ma soprattutto per il mio amore per un certo tipo di musica, potesse arrivare a compiere dieci anni, diventando uno dei punti di riferimento del web circa l’informazione musicale e culturale indipendente. Non è certamente un colosso della rete, anche perché sono io che tengo le redini di tutto come se fosse un blog personale, però se si considerano i tantissimi feedback che ogni giorno riceviamo da musicisti, etichette discografiche e uffici stampa – oltre ai recenti dati statistici – non possiamo che ritenerci soddisfatti.
Ma ufficialmente quante sono, in media, le visite giornaliere ricevute dal sito?
A proposito di numeri, da gennaio a marzo 2015, abbiamo avuto una media giornaliera di circa 1.100 visite uniche e 5.000 visite totali. Be’, non male per un blog che si occupa “semplicemente” di musica e cultura, e fuori da ogni logica di mercato e di consumo.
Pocanzi ha detto che, materialmente e fisicamente, è lei che ha in mano la gestione del blog. Non c’è alla base il sincronismo di un team in questo percorso di crescita digiteditoriale?
In effetti, attualmente ci sono io che faccio quasi tutto: scrivo, organizzo, edito e pubblico. Poi ci sono una decina di collaboratori che, di tanto in tanto, mi mandano i loro pezzi. Infine, ci sono gli uffici stampa e booking (tantissimi) che mi inviano i loro comunicati.
Non possiamo permetterci una “vera redazione” perché per questo tipo di siti e con questo numero di visite gli inserzionisti non pagano, e se pagano danno davvero un’inezia, tipo i banner di Google Adsense. Quindi, sotto l’aspetto economico, stendiamo un velo pietoso e andiamo avanti.
Vuol dire che tutto queste ore di lavoro, fatte da lei e dai collaboratori, oltre a responsabilità varie, alla fine non hanno nessun riscontro economico?
Già, nessuno è retribuito, per le ragioni che dicevo prima: non abbiamo pubblicità tali che ci permettano di retribuire i collaboratori. Ahinoi, scriviamo per passione e per farci conoscere. In fondo, Musicletter.it è una buona vetrina per sfoggiare le proprie qualità di recensore. Talvolta, le uniche vere gratificazioni sono i dischi in omaggio e qualche ingresso gratuito ai concerti. Tuttavia, ci tengo a precisare che non abbiamo mai fatto recensioni su commissione. Eccezion fatta per le news e i comunicati stampa, di cui citiamo sempre la fonte di provenienza.
Certo è un grosso problema. Un problema di settore e un argomento ostico, a cui spetterebbe uno spazio e una sede diversa da questa a disposizione al momento, per parlarne e magari provare a trovarne le soluzioni. Ma torniamo un attimo all’offerta musicale del sito. Magari parliamo anche del target di riferimento…
Sì, è un problema, ma come dicevo prima, gli inserzionisti non pagano per questo tipo di siti o versano cifre davvero irrisorie. E, per ora, purtroppo non vedo soluzioni. Circa l’offerta musicale, invece, diciamo che, in linea generale, è tutto quello che ruota attorno alla “popular music”.
Per quanto riguarda il target di riferimento, la nostra mission è cercare di soddisfare tutti coloro che non si accontentano della solita musica.
In poche righe: iniziative promosse e attualmente in corso…
Grazie all’incontro con il dottor Thierry Vissol – Responsabile media e comunicazione della Rappresentanza in Italia della Commissione Europea – Musicletter.it, da circa quattro anni, propone dischi di musicisti emergenti per due trasmissioni radiofoniche distribuite in podcasting sul sito ufficiale dell’Unione europea, su un circuito di tantissime radio locali e regionali e su Europedirect. Per ora la collaborazione con la Rappresentanza andrà avanti fino a giugno, poi si vedrà. Inoltre, ho realizzato concerti, festival, incontri con autori, happening. Dal 2013, in collaborazione con il MEI, ho anche ho ideato la Targa Mei Musicletter che ha come scopo quello di premiare, annualmente, il miglior sito web collettivo e il miglior blog personale che si occupano, appunto, di informazione musicale e culturale. Quest’anno siamo giunti alla terza edizione, e si terrà come sempre a Faenza.
Ad oggi, avendo davanti una bilancia, e mettendo su un piatto le difficoltà e sull’altro le soddisfazioni di questi anni, direbbe che…
Diciamo che l’unica difficoltà, che considero tale, è che non puoi più permetterti di non aggiornare il blog. Dopo dieci anni è come se fosse diventato un lavoro. Un lavoro però che non produce reddito. D’altro canto, sono tante le soddisfazioni che ho avuto in questi anni. Penso, per esempio, al fatto di aver conosciuto tante belle persone con la mia medesima passione, tanti artisti (quelli veri, per intenderci) e moltissimi professionisti del settore (da qualche anno a questa parte sono entrato a far parte anche della giuria delle Targhe Tenco). Insomma, incontri e scambi che probabilmente non sarebbero mai potuti accadere se non fosse esistito internet, soprattutto vivendo in una piccola cittadina di provincia.
Diciamo che, per adesso, a livello morale, le soddisfazioni bilanciano i sacrifici fatti e che sto facendo per Musicletter.it.
Vuol salutarci raccontandoci qualcosa di più delle soddisfazioni di cui parla – che però non sia un semplice feedback – magari una particolare curiosità, un aneddoto…
Non ho aneddoti e curiosità particolari da raccontarti (almeno per ora), però ho un bel ricordo di qualche anno fa, del mio viaggio in Portogallo per il Primavera Sound Festival. Passeggiavo sulla spiaggia di Oporto, di pomeriggio, sotto il sole, con una bibita ghiacciata in mano e la musica dei Wilco nelle orecchie, quando all’improvviso mi apparve proprio lui, Jeff Tweedy, in carne e ossa (nda, leader e cantante dei Wilco), che stava facendo jogging! Li per li, pensai ad un miraggio. Ma non esitai un istante e lo chiamai per nome, così, su due piedi come si fa con un vecchio amico. Lui si fermò quasi sorpreso e subito dopo sorrise. Scambiammo due chiacchiere al volo e, naturalmente, facemmo anche una foto insieme. Ecco, per me quel giorno fu il compimento di un sogno, la classica ciliegina sulla torta, perché quella sera rimasi lì, ad ascoltare i Wilco dal vivo.
il mio blog >> www.musicletter.it/lucadambrosio