Alberto Zei
Certe volte accadono cose alquanto strane e contraddittorie, come mosse da un senso di liberazione da qualcosa che tutto sommato, forse neppure uno desiderava. Questo è un po’ come coloro che vanno in cerca di lavoro e pregano Dio di non trovarlo. Forse non è proprio così per il rapinatore maldestro, probabilmente ritenendo di fare un passo più grande di lui, non ha saputo, piuttosto che voluto, perseverare nell’intento, prevedendo conseguenze piuttosto disastrose.
Meglio quindi recedere dall’intento che continuare verso una criminalità che molto probabilmente eccedeva quella dei suoi precedenti penali, ritenendo “pelosamente” opportuno emendarsi, per alleggerire la gravità del suo gesto.
Il rapinatore pentito inizialmente ha aggredito una dipendente della Banca Popolare di Spoleto che, l’altra mattina, stava per fare ingresso negli uffici dell’istituto di credito di via XX Settembre, ma poi, vista l’energica reazione della donna e l’arrivo di un altro dipendente della banca, ha desistito dall’ intento ed è scappato. .
Il protagonista di questo maldestro tentativo è un 31enne originario della provincia di Siracusa, con precedenti, che, dopo circa mezz’ora dal fallito colpo in banca, si è presentato nella caserma dei Carabinieri della Stazione Roma Macao chiedendo di poter parlare con il maresciallo Comandante della Stazione, al quale ha poi confessato le sue responsabilità in ordine alla fallita rapina.
A questo punto non sfugge una certa dose di ingenuità del rapinatore, ritenendo forse, ma siamo nel campo delle supposizioni, che una confessione spontanea e tempestiva avesse potuto trovare la condiscendenza dei tutori dell’ordine, cavandosela con una solenne lavata di capo e nulla più.
Così però non è andata né poteva andare, in quanto di fronte alla gravità dell’atto intrapreso con la finalità della rapina in banca, la confessione non avrebbe potuto sicuramente passare in subordine per i vincoli legali e i doveri degli enti inquirenti, anche se il fatto poteva considerarsi dal lato patetico di questo speditivo pentimento. Infatti, di fronte ad una “notitia criminis” di tutta evidenza che la stessa confessione ha reso alle Forze dell’Ordine, l’arresto è stato consequenziale.
L’uomo è stato quindi trattenuto in caserma in attesa di essere sottoposto al rito direttissimo con l’accusa di tentata rapina.