“Accademie e Conservatori di Musica, un ‘eccellenza italiana”.Questo il tema del convegno organizzato (nella splendida sala con gli affreschi del Vanvitelli)dall’ AIGA, Associazione Italiana Giuristi di Amministrazione, e dall’ Unione Artisti UNAMS. “Dai progetti di Giuseppe Verdi agli inattuati artt. 33 e 36 della Costituzione” (dedicati, rispettivamente, all’ordinamento generale dell’ istruzione e all’autonomia delle istituzioni di alta cultura, come Università e Accademie, e ai diritti fondamentali del lavoratore): questo il “sottotitolo” del convegno, che, come si vede, ha voluto fare il punto anche su altri temi, dalla politica generale del Governo per i beni culturali al rapporto – spesso difficile e ambiguo – fra artisti e massmedia.
“Solo pochi anni son trascorsi da quella serata della prima del “Nabucco” 2011“, ha ricordato, in apertura, Massimo Massella Ducci Teri, Avvocato Generale dello Stato, “in cui un maestro come Riccardo Muti lanciò una precisa invettiva contro la pluriennale politica governativa di contrazione della spesa per la cultura, parlando addirittura di uccisione della nostra identità nazionale.Ora questo nuovo ministro per i Beni e le Attività Culturali sembra finalmente essersi reso conto della situazione, e aver positivamente invertito questo trend rovinoso, anche se il lavoro da fare è davvero grande“. Sono intervenuti tra gli altri, Salvatore Sfrecola, presidente di sezione della Corte dei Conti e presidente dell’ AIGA, la professoressa Dora Liguori, Segretario generale dell’ Unione Artisti UNAMS ( che ha tracciato un panorama della storia dell’ arte in occidente, “fra trascendenza, istituzionalità e…indifferenza”); e Paola Maria Zerman, avvocato
dello Stato, su quella che è l’attuale legislazione di Accademie e Conservatori musicali.
Gioacchino Onorati,presidente di Aracne editrice ( attiva dal 1993,e specializzata nella pubblicazione di saggi a livello specialistico, soprattutto universitario, sui piu’ vari temi culturali e artistici), ha voluto toccare il “punctum dolens” dei rapporti fra artisti e circuito massmediatico. “Rapporti – ha osservato Onorati – spesso viziati da pregiudiziali ideologiche (l’arte e gli artisti, insomma, obbligatoriamente visti come necessari “corifèi della rivoluzione”); ma anche, bisogna dirlo, da atteggiamenti spocchiosi di molti fra gli stessi artisti. È tempo d’ uscire da questo crocevia perverso e fuorviante: tra arte, artisti e mass-media deve avviarsi un dialogo serio, ragionato, non ideologicamente preordinato. Penso, ad esempio, agli sforzi che, in questo senso, han fatto, negli ultimi vent’anni, giornalisti seri e preparati, vicini al tempo stesso al mondo dell’ arte, come Vittorio Emiliani e Gabriele Simongini: promuovendo insieme una rivista intelligente come « Il Terzo Occhio», che cercava di superare gli ingiusti steccati ancora presenti fra arte e società, e ha realizzato anche importanti inchieste, per esempio su come avviene la formazione artistica in Italia“.
di Fabrizio Federici