L’inventore del Rock’n’Roll, il Rock’n’Roll stesso, la sua quintessenza. Tutti appellativi usati e abusati per definire quello che all’unanimità è stato definito uno dei musicisti – se non il musicista per eccellenza – che, più di tutti, ha rivoluzionato la musica.
Tutto ha inizio in una notte del luglio 1954 negli studi della Sun Records, storica etichetta di Memphis – Tennessee.
Elvis Presley e la sua band stanno suonando da ore senza ottenere un granché, fino a quando Elvis, riuscendo a vincere la sua proverbiale timidezza, si rivolge ai suoi musicisti dicendo: «La conoscete questa?»
Il gruppo inizia a seguirlo suonando un vecchio pezzo appartenente al genere country, scritto da Arthur ‘Big Boy‘ Crudup: That’s All Right Mama.
Il brano era già stato rivisitato da altri artisti di successo, ma questa volta Elvis lo esegue in uno stile tutto suo: lo esegue a velocità doppia rispetto all’originale, caratterizzandolo con la sua mimica e vivacizzandolo con un ritmo molto particolare e frenetico.
Sam Phillips, storico proprietario della Sun Records e ‘mecenate’ della musica di quegli anni, folgorato dall’atipicità di quanto stava ascoltando, uscì dalla sala di regia entusiasta e disse: «No, non la conosco, ma non fermatevi. Io di questo ne faccio un disco!!!».
Da allora nulla è stato più lo stesso: Elvis irrompe sulle scene musicali di un’America puritana e bigotta, stravolgendole dalle radici ed entrando prepotentemente e di diritto nell’Olimpo della musica mondiale.
Prima di quella sera il rock’n’roll non esisteva. Il 5 luglio del 1954 Elvis diventa il re del Rock’n’Roll. Lo inventa il Rock’n’Roll, abbattendo i preconcetti puritani dell’America bianca.
«Prima di Elvis non c’era niente. Elvis è stato il Big Bang del Rock’n’Roll»
(John Lennon)
Il 12 gennaio del 1957 partecipa all’Ed Sullivan Show riscuotendo un successo clamoroso, ma la sua esibizione viene parzialmente boicottata: per evitare di inquadrare i suoi famosi e sconvenienti ‘movimenti pelvici’, giudicati scandalosi tra i benpensanti dell’epoca,
l’apparizione viene parzialmente censurata e Elvis viene ripreso solo dalla cintola in su.
Proprio queste movenze gli fecero guadagnare il soprannome di ‘Elvis The Pelvis‘ (Elvis il bacino), anche se lo stesso Elvis non amava molto questo soprannome, come più volte ammise durante durante i primi anni della sua carriera artistica.
Sognatore fin dalla nascita, sicuro che ce l’avrebbe fatta, in una delle sue rare interviste alla tv disse:
«Da piccolo, ero un sognatore. Leggevo i fumetti e diventavo l’eroe della storia. Guardavo un film, e diventavo l’eroe del film. Ogni sogno che ho fatto si è avverato un centinaio di volte.»
Elvis Aaron Presley (Tupelo, 8 gennaio 1935 – Memphis, 16 agosto 1977) ha sempre sofferto, per sua stessa ammissione, la morte alla nascita del suo fratello gemello e forse anche per questo la sua vita è stata caratterizzata da realtà contrapposte: una carriera travolgente e unica al mondo – in 24 anni di carriera ha pubblicato 61 album, vendendo oltre un miliardo di dischi in tutto il mondo e conquistando il record di dischi venduti da un solo cantante, record condiviso coi Beatles e Michael Jackson – e una vita privata piena di fallimenti personali, relazioni affettive fragili e instabili che lo porteranno ad un uso e abuso di farmaci e stravizi alimentari, giudicati i motivi della sua disfatta psicofisica e mentale e che, a detta di molti, sono stati le cause della sua prematura scomparsa.
Il 26 giugno 1977, proprio nel giorno in cui il Colonnello Parker – suo manager, factotum e mentore – festeggia il suo sessantottesimo compleanno, Elvis Presley si appresta a dire addio alle scene con un’ultimo show alla Market Square Arena di Indianapolis – Indiana.
Il suo decesso avvenne in circostanze mai completamente chiarite il 16 agosto del 1977.
Dopo l’ennesima esibizione, il cantante ritorna a Memphis per riposare e dedicarsi ad un nuovo tour che avrebbe dovuto iniziare attorno alla seconda metà di agosto. Il 16 agosto, poco dopo mezzanotte, torna a Graceland – sua mitica dimora – e, nonostante avesse già assunto un’abbondante dose di barbiturici, rimane sveglio sino alle prime ore del mattino, intrattenendosi con la famiglia e il suo staff, rilassandosi e curando gli ultimi dettagli del concerto che si sarebbe dovuto svolgere a Portland l’indomani. Alle ore 4:30 del mattino si siede al piano e inizia a suonare.
Mezz’ora dopo si ritira in camera per cercare di riposare prima della partenza ma, non riuscendo ancora a dormire, assume un’ulteriore dose di barbiturici.
Alle 9:30 del mattino si alza. Con il libro intitolato A scientific search for the face of Jesus, scritto da Frank O. Adams, va verso il bagno. Dopo quattro ore, alle 13:30, viene rinvenuto agonizzante dalla compagna di allora Ginger Alden che, inutilmente, dà immediatamente l’allarme. Elvis arriva in ambulanza al Baptist Memorial Hospital alle ore 14:56, ma tutti i tentativi di rianimarlo risultano inutili. Alle 15:00 dello stesso giorno è dichiarato ufficialmente morto a causa di un attacco cardiaco, all’età di 42 anni.
A partire da quella data Elvis, già largamente idolatrato quando era ancora in vita, è diventato un vero e proprio oggetto di culto e venerazione per molti dei suoi fan più devoti, senza parlare delle migliaia di persone che, negli Stati Uniti e non solo, non accettano la tesi della morte e giurano di averlo visto o incontrato alle più disparate latitudini della terra.
«La morte di Elvis Presley priva il nostro Paese di una parte di sé stesso. Elvis era unico ed irripetibile. Più di venti anni fa, irruppe sulle scene in un modo che è stato senza precedenti e che forse non sarà mai eguagliato. La sua musica e la sua personalità, fondendo il country bianco e il nero rhythm and blues, hanno cambiato permanentemente la faccia della cultura popolare Americana. Il suo seguito è stato immenso. È stato un simbolo, per le persone nel mondo, della vitalità, dell’intraprendenza e del buon umore di questo Paese.»
(Jimmy Carter, presidente degli Stati Uniti d’America, a proposito di Elvis, nel 1977)
ALEX PIERRO
_______________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________
‘L’altra Faccia della Musica‘ è un appuntamento nel quale incontriamo alcuni tra gli esponenti più importanti del panorama musicale italiano che, con il loro lavoro spesso dietro le quinte, ma non per questo secondario, hanno contribuito – e continuano a contribuire – a rendere grande la musica italiana.
Una carrellata su tutte quelle figure che si occupano di musica: a partire dal progetto musicale, procedendo in tutte le fasi di strutturazione, divulgazione, fruizione e critica, siano esse produttori, giornalisti, manager, avvocati e, perché no, artisti.
Una sorta di radiografia su tutti i mestieri che gravitano intorno all’evanescente mondo della musica, per dare una visione più ampia su cosa c’è dietro a un successo e a una carriera discografica.
Insomma, proveremo a cercare di farci svelare qual è ‘L’altra Faccia della Musica‘.
PER SEGNALAZIONI E CONTATTI: ALEX PIERRO – pierro@hotmail.it – 347.9703822