Roma – Il terzo Municipio ha una concentrazione di abitanti che può essere paragonabile a quella di Taranto o Brescia o 3 volte Viterbo, questa sottolineatura per evidenziare che il nostro Municipio è una città nella città ma i suoi servizi non sono paragonabili a quelli di queste città.
Strade rotte o rattoppate, giardini abbandonati all’incuria, il sistema di illuminazione funziona a macchia di leopardo, la raccolta dei rifiuti lascia a desiderare e potremmo continuare parlando di sicurezza, tasse e trasporti.
Onestamente parlare oggi male della nostra città o del nostro municipio è estremamente facile è come sparare sulla croce rossa.
Certamente amministrare una città come Roma non è facile per qualunque giunta o colore politico, ma in questi anni aldilà delle ruberie, che comunque determinano un profondo sentimento di sdegno da parte di tutti noi, la sensazione che si respira nella citta come nel municipio il senso di abbandono, di anarchia ove ognuno fa quello che gli pare, la burocrazia capitolina (anche qui aldilà della corruzione di una parte di essa) sembra allo sbando, negli uffici si naviga a vista, non c’è una idea di progetto, non si percepisce come andare avanti, come se la stessa burocrazia stesse attraversando una crisi di identità sul suo ruolo.
Tutto ciò non capita per caso, quando la classe politica cittadina perde il suo motivo d’essere, il deterioramento si trasmette dalla testa a tutto il corpo sociale capitolina, con ciò non si vuole giustificare nessuno ma comprendere un fenomeno grave che potrebbe mandare in default strutturale una grande citta come Roma.
Come sempre si sottovaluta il fattore umano, una struttura funziona bene non solo perché ha una buona organizzazione, ma perché colui che la anima è in grado di motivare e di dare indicazioni chiare al corpo amministrativo che le realizza.
Una buona organizzazione da sola non va da nessuna parte in mano ad incapaci deperisce.
Oggi criticare la politica è uno sport nazionale non perché non se lo merita ma si confonde la buona politica con la cattiva politica, la buona amministrazione con la cattiva amministrazione e si sbaglia a critica la politica in quanto tale.
Noi cittadini abbiamo bisogno di tanta buona politica e di una classe dirigente che accetti la sfida di rilanciare Roma dal decadimento di basso impero che sta attraversando.
Un nuovo rinascimento di Roma è possibile solo mandando a casa questa classe dirigente capitolina fatta di mezzi uomini e affaristi da 4 soldi, superando la falsa dicotomia tra destra e sinistra, perché entrambe hanno espresso uomini incapaci e dediti agli affari personali in spregio a qualunque visione degli interessi generali.
Per far rinascere Roma serve buon senso e proposte concrete senza progetti faraonici che rimangono come sempre incompiuti con un grande spreco di denaro pubblico.
Una nuova classe dirigente fatta si di persone oneste sicuramente, ma principalmente competenti e con l’amore per la propria città, dove la soddisfazione ed il successo sono dati dalla risoluzione dei problemi dei cittadini.
Qualcuno dirà che sto farneticando che persone così non esistono, ma è falso la nostra città è ricca di tanta brava gente, che ama il proprio impegno e la propria città, ma affinché questo accada, cittadini non dovranno disertare i seggi elettorali quando si voterà, e non dovranno farsi accecare dai falsi lumi di coloro che hanno come unica proposta politica l’onestà e poi abbiamo visto come è andata a finire, che urlano tutti in galera ma solo per avere spazio loro, e poi fanno la stessa fine di coloro che vogliono in galera.
Se voi cittadini vi sfiduciate governerà il malaffare e l’incompetenza, il vostro impegno civile e sociale è la condizione per salvare la nostra amata città, la vostra partecipazione nel contribuire a dare soluzioni, nel vigilare e segnalare le cose che non vanno sono la condizione primaria per combattere il malaffare.
Il vostro contributo di tribuni del territorio può essere l’occasione con una nuova amministrazione capitolina per realizzare un controllo dal basso ed aiutare una nuova classe dirigente a rinnovare dall’interno una burocrazia ormai indolente per lo stato di abbandono subito.
Dobbiamo porci il problema, di cosa noi possiamo fare per la nostra città e di seguito chiedere alle istituzioni cosa devono fare per noi, la nostra forza per cambiare la città sta nel combattere la rassegnazione e lottare per un futuro migliore per noi e i nostri figli.
Roberto Giuliano