Incontriamo Alessio Rea della lista “per Marchini Sindaco” , qualche riflessione.
Luigi Milanesi
L.M.: Rea, perché questo impegno in una lista civica, la lista “Per Marchini Sindaco”?
R.A.: mi sembra palese una certa complicità dei partiti tradizionali nelle vicende della nostra città come palese mi sembra anche la necessità che questi partiti avrebbero di una profonda autocritica e di un adeguato periodo di astinenza dalla gestione della cosa pubblica.
L.M.: nel panorama romano c’è anche il Movimento 5 Stelle.
R.A.: Si, ho l’impressione che quel movimento coaguli soprattutto protesta, giusta protesta.
La protesta è allo stesso tempo forza e limite delle forze politiche, con il passare del tempo i limiti paralizzano o distorcono l’azione coltivando anche vizi vecchi e nuovi.
In Italia abbiamo avuto un grande movimento di protesta, la LEGA NORD, sull’onda di tangentopoli; mi sembra che prima dell’attuale segreteria quel partito non sia stato estraneo a vicende non propriamente meritorie.
Con l’attuale segreteria poi, c’è stato un completo stravolgimento della linea politica, basti pensare come sia cambiato l’atteggiamento nei confronti della nostra città, l’adesione a scelte populiste in materia economica, il protagonismo internazionale oltre i confini dell’alleanza atlantica, l’ambizione di guidare la destra italiana.
Tutte cose che sicuramente non erano nel DNA della LEGA NORD.
Non giudico quel partito, rilevo solo che quando i movimenti si fondano sulla protesta alla fine si genera una confusione continua, probabilmente anche per nascondere una scarsa capacità progettuale.
L.M. e allora?
R.A.: allora immagino si debba percorrere la via della mobilitazione dei cittadini sul territorio animando realtà locali.
Questo è il senso della lista civica.
Cittadini che si organizzano nella gestione delle problematiche del proprio territorio.
Prendiamo il problema del verde pubblico.
E’ chiaro che il comune di Roma non sia in grado di mantenere un minimo di decoro.
I cittadini devono riappropriarsi degli spazzi pubblici lasciati al degrado e renderli puliti e vivi.
Solo questo atteggiamento di partecipazione è la chiave per una nuova città, per un nuovo paese.
L.M.: i cittadini pagano già imposte e tasse non Le sembra che partecipano abbastanza?
R.A.: ha ragione.
Altrettanto vero è che siamo in una situazione di emergenza.
Occorre uno sforzo maggiore.
Accanto alla richiesta di una corretta gestione della cosa pubblica dobbiamo sviluppare un interesse per la cosa pubblica, un interesse fatto di partecipazione concreta.
Se la città è sporca la dobbiamo pulire noi, se il lavoro non si trova dobbiamo mobilitarci per trovarlo noi, se i mezzi pubblici non funzionano dobbiamo organizzarci.
Solo lamentarsi non funziona.
Le vicende romane sono avvenute perché noi cittadini ci siamo disinteressati della cosa pubblica, spesso in buona fede, sicuramente per pigrizia.
Se riusciamo a riattivare la partecipazione concreta, non quella delle manifestazioni, quella dell’azione diretta specifica tesa a risolvere i problemi, sono sicuro che imporremo anche una amministrazione più onesta e attenta.
L.M.: facile a dirsi.
R.A.: anche a farsi.
L’impegno, come le buone azioni, sono contagiose.
Soprattutto bisogna essere concreti.
In verità la difficoltà è trovare persone serie e costanti nell’impegno.
Però proviamoci.
Prendiamo ad esempio la zona del parco delle sabine.
Se gli amministratori di condominio dei vari condomini si incontrassero magari alcuni problemi comuni come la pulizia e la sicurezza potrebbero essere affrontati insieme a costi bassissimi.
Se il comune non riesce a mantenere un adeguato ornato proviamo ad organizzare comitati che chiedano in gestione gli spazzi con un programma di investimenti tale che gli spazzi verdi siano vivibili, magari anche con soluzioni come a Montesacro o a Talenti dove ci sono spazzi verdi recitanti con giochi per bambini e bar.
Si potrebbe anche fare una pista dove i bambini possono giocare con gli aereomodellini.
Ecco, l’idea di una lista civica è questa.
E’ l’idea di non arrendersi al degrado e all’abbandono del proprio territorio e di favorire l’aggregazione di risorse per una gestIone virtuosa.
E’ l’idea che la città non è lo strumento per sfide politiche.
E’ l’idea che la città non è l’occasione di incontro di comitati di affari.
Comitati di affari che deturpano l’ambiente e rendono invivibile ogni spazio pubblico.
Non so se avremo successo.
Mi sembra, però, una occasione di impegno da non sprecare, sulla quale invito tutti gli amici a scommettere.
Una scommessa molto più seducente e razionale rispetto a quelle che il mercato politico romano propone.
Mercato, purtroppo, fatto troppo spesso da soggetti che aspettano il voto promettendo di attivarsi e quando il voto arriva al massimo giustificano il proprio immobilismo con “è colpa di chi mi ha preceduto” .