Grande preoccupazione tra gli allevatori italiani per la peste suina africana (PSA) che si sta diffondendo in modo dilagante in diverse parti del continente e che può colpire cinghiali e maiali ed è altamente contagiosa e spesso letale per gli animali, ma non è, invece fortunatamente, trasmissibile agli esseri umani.
Secondo un’indagine della Coldiretti, e come evidenziato dal Presidente Ettore Prandini in riferimento all’estendersi dei contagi in Europa : «Questo virus può passare facilmente da un animale all’altro attraverso stretti contatti tra individui, o con attrezzature contaminate (camion e mezzi con cui vengono trasportati gli animali, stivali, ecc.) o attraverso resti di cibo che trasportano il virus e abbandonati dall’uomo. Con il diffondersi di casi di peste suina in Europa è necessario fermare immediatamente le importazioni di animali vivi provenienti o in transito dalle zone interessate dai focolai per tutelare gli allevamenti nazionali…[…].. Un possibile veicolo di contagio possono essere peraltro i cinghiali che non si curano di zone gialle, rosse o arancioni e il cui numero si è moltiplicato in Italia dove si stima la presenza di circa 2 milioni di esemplari. Un pericolo denunciato recentemente dalla stessa virologa Ilaria Capua che ha parlato del rischio effetto domino se oltre al coronavirus la peste suina passasse in Italia dagli animali selvatici a quelli allevati. Un rischio che va evitato con il contenimento degli animali selvatici per salvare gli allevamenti italiani e le produzioni Made in Italy».
di Daniela Paties Montagner