L’Olimpico delle grandi occasioni chiama, la Roma risponde. Il terzo anno di Rudi Garcia inizia nel migliore dei modi, di fronte ad una bolgia di 60.000 tifosi giallorossi.
Primi 45 minuti ad alta intensità, la Roma parte bene con la giusta aggressività e mette subito alle corde la Juventus. Dopo appena un minuto, Florenzi cade in area di rigore su una presunta spinta di Mandzukic, ma Rizzoli lascia correre sotto i fischi assordanti del pubblico di casa, contrario alla decisione.
In pochi minuti i fischi si trasformeranno in applausi per il gioco espresso dalla squadra di Garcia, che concede pochissimo spazio alla costruzione della manovra bianconera e spinge costantemente in fase offensiva sulla corsia di sinistra con l’asse Iago Falque e la new entry Digne, autore di una prova eccezionale all’esordio.
Salah è un portento sulla destra, mentre Dzeko fornisce sponde a ripetizione a favore dei compagni. Il primo brivido del match arriva esattamente al 24′ con Pjanic, che colpisce da 25 metri il palo alla destra di Buffon.
Le due formazioni rientrano negli spogliatoi, il risultato rimane fermo sullo 0-0.
Al 61′ del secondo tempo, cambia la storia della partita. Sugli sviluppi di un calcio di punizione, Miralem Pjanic disegna un arcobaleno che trafigge l’incolpevole Buffon.
Esplodono i 60.000 dell’Olimpico, inizia la grande festa giallorossa. Allegri prova a mischiare le carte in campo e inserisce Alvaro Morata al posto di Mandzukic.
Ottima opportunità per i bianconeri al 64′ minuto, grazie ad un fallo di mano commesso da De Rossi al limite dell’area.
Dybala non riesce ad imitare Pjanic dal calcio piazzato e manda alle ortiche una grandissima chance per pareggiare. Allegri modifica l’assetto tattico e passa al 4-3-3 con l’ingresso di Pereyra e del neo acquisto Cuadrado.
Evra scombina i piani del tecnico toscano e pochi minuti dopo si fa espellere per doppia ammonizione. Un episodio che complica ulteriormente la situazione dei bianconeri, che precipiterà definitivamente al 79′ minuto con la prima rete italiana di Edin Dzeko. Il capolavoro giallorosso è quasi completo, ma un calo di concentrazione della retroguardia romanista, riapre clamorosamente la gara a 4 minuti dalla fine, grazie al gol di Dybala. Attimi di paura al 92′, quando Bonucci tenta l’impossibile in mezzo alla mischia e chiama il miracolo di Sczcesny. Rizzoli sancisce la fine, la Roma riprende a volare e si candida allo scudetto. La Juventus realizza il suo primo record negativo dopo un’infinità di successi, zero punti nelle prime due giornate, non accadeva da un secolo.
Articolo di Alberto Fuschi