Arriva in sala il 15, 16 e 17 settembre “Amy – The girl behind the name” l’atteso docu-film di Asif Kapadia dedicato alla vita tormentata e intensa di Amy Winehouse. Secondo le critiche «difficile non uscirne scossi profondamente…devastante».
Un docufilm che dovrebbero vedere tutti gli aspiranti artisti o chi si sente tale per capire che il vero talento può appartenere a una persona su 1 milione (di persone che credono e dicono di averlo), ma quando improvvisamente arriva la fama e diventi cosciente di quello che sta accadendo non sei pronta per affrontarlo, il successo nel mondo della musica quasi sempre e’ inversamente proporzionale alla capacita’ di gestirlo, a quel punto si chiede da te di fermare e organizzare qualcosa che non ha più regole…
Tony Bennett racconta dopo la sua scomparsa “e’ una delle più grandi artiste di sempre al pari di Ella Fitzgerald e Billie Holiday «se fosse ancora viva le direi ‘rallenta sei troppo importante… la vita ti insegna come vivere, se riesci a vivere a lungo..».
E’ un montaggio di continui video privatissimi e foto pubbliche in sequenza di momenti della sua vita, messe a disposizioni da chi pur standole vicino dagli inizi alla fine, comprese le sue amiche vere e la madre, non sono riusciti ad allontanarla dalla dipendenza di crack, cocaina, eroina, alcool che le sono stati fatali.
Da giovane le chiedono se può scrivere canzoni, lei però confida di avere solo poesie…che presto diventeranno suoi testi Nel 2002 dopo che il suo amico e cantante soul Tyler James manda una sua demo a un talent scout, Winehouse firma con l’etichetta discografica Island. Riceve un contratto discografico importante, il sogno di milioni di cantanti,, iniziano i primi tour, lei stessa dichiara di fumare erba tutto il giorno…
Chi le e’ vicino non può che rimanerne attratto nonostante il suo aspetto ne’ slanciato ne tanto meno glamour, a fare la differenza e’ la sua voce, una cantante jazz, categoria tanto elitaria diventata una star “commerciale”…..fu definita “un’anima antica nel corpo di giovane”. Lei stessa dichiara prima del successo “Non credo che sarò famosa non credo che riuscirei a gestire il successo…”
Siamo nel 2003, Amy ha solo 20 anni si trucca prima di suonare in bagno…ma a proposito del bagno chi le sta vicino scopre il suo più grande problema la bulimia che unito all’abitudine alle droghe e al consumo di alcool hanno creato un mix micidiale.
Arriva “Back to back….iniziamo a conoscere tutte le persone per lei importanti la nonna, la mamma, le amiche, il manager fino al bodyguard, l’ultimo a starle vicino.
Arrivano le prime copertine mondiali...e il 2007 sarà un anno da vivere pericolosamente, con il suo uomo sarà una continua caduta negli inferi della dipendenza…i fotografi la seguono e documentano ogni suo aspetto sempre più devastante..ma ripulendosi per un breve periodo lei.trionfa battendo tutte le star mondiali vicendo 5 Grammy Awards, l’Oscar della musica…
Quando tutto sembra risalire, lei – senza il suo compagno (Love is a losing game) – in carcere confida all’amica “tutto e’ noioso senza droghe” e quando riuscirà a farne a meno sarà l’alcool unito ai suoi disturbi alimentari a “finirla”.
2011. Ha vinto tutto ed e’ stata ospite ovunque compreso David Letterman e Jay Leno. Si e’ sposata , ma nonostante la grandezza del suo talento riconosciuto da tutti i suoi colleghi, salendo e’ diventata letale anche la sua vulnerabile. tanto da ribadire in tempi non sospetti “se avessi saputo di diventare famosa mi sarei uccisa, non sarei mai stata
in grado di gestire il successo”, fino alla drammatica fine: “Sembrava stesse dormendo, ma ormai era morta” racconta il bodyguard, l’unico che le e’ stato vicino fino alla fine, nel 2011… ML
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