“Non si placa la polemica relativa alle Usca-r del Lazio, unità di continuità assistenziale a cui, per decreto legge del governo dello scorso marzo, sarebbe spettato il compito di provvedere alle cure per i pazienti affetti da Covid-19 al proprio domicilio, all’insorgere dei primi sintomi di malattia”. Lo dichiara Michel Emi Maritato che spiega: “nel Lazio purtroppo, invece di seguire le norme statali cogenti, si è preferito dare una libera interpretazione del servizio assistenziale, con probabile sviamento dai compiti istituzionali, come attesta la sentenza del Tar che penalizza la Regione Lazio, e possibile compromissione relativa alla tempestività degli interventi, andando forse ad alimentare le file e le attese nei drive-in. Ci inquieta inoltre un altro aspetto – continua Maritato – riferito al reclutamento degli operatori per tali squadre. Ebbene, ci hanno contattato alcuni cittadini, per testimoniare l’impossibilità di rispondere all’avviso. Riportiamo fedelmente ciò che ci hanno scritto: ‘ad aprile il sito ares118 pubblicava un bando per l’adesione al servizio Uscar della regione Lazio. La pubblicazione durava solo 2 giorni, l’azienda comunicava ai propri dipendenti tale possibilità il giorno stesso della chiusura del bando; i numeri telefonici e l’indirizzo di posta elettronica associati per l’adesione al servizio risultavano irraggiungibili e quindi costringevano gli interessati a non usufruire di tale opportunità. Ci siamo trovati, alla fine con un probabile bando fantasma. Ci piacerebbe sapere a chi il servizio sia stato affidato e con quali costi’. Se quanto dichiarato dai cittadini (di cui abbiamo tutti i riferimenti) corrispondesse al vero sarebbe molto grave. Ci auguriamo che l’Ares 118, azienda di emergenza sanitaria, possa chiarire al più presto l’accaduto” chiosa Maritato.
Stefano Bianco