C’è un subdolo dettaglio rischiatutto di cui lo stesso autore nega l’evidenza: differenziare le poltrone di palazzo Chigi.
Due le Ministre chiamate all’insofferenza B e B (Bellanova e Bonetti) le quali chiedono l’immediata riapertura del programma per gli investimenti:
“Finora muri di gomma e mancate risposte su temi cruciali” -È ciò che ne esce fuori – così appoggiando il ribaltone del senatore Renzi come garanzia di finire presto nella contesa opposizione.
Arrivati alle dimissioni delle ministre il patto di legislatura è sgominato, ma la domanda che tutti si pongono appare seguente: adesso a chi tocca?
Il premier Conte sale sul colle per assicurarsi l’interlocuzione e il continuo impegno per il “patto di legislatura”, mentre la maggioranza liquida di fatto la possibilità di un tavolo imminente.
Il filo conduttore prosegue nella possibilità di andare al voto riempendo con dei ‘nuovi’ il Governo, ma anzitutto spezzare definitivamente con questo presente. Siamo soltanto all’inizio di una colossale confusione riducibile a una vera e propria crisi al buio, la cui sorte gioca e giocherà a ruota libera. L’epilogo non è marginale.
Il punto di vista in ballo riflette sulla crisi, tuttavia però, la ghiotta ciliegina attenderebbe una scommessa assai più auspicabile di uno “spreco Istituzionale”.
A questo punto per l’interesse del paese si attende la sterzata migliore; i cittadini chiedono di avere il prima possibile un Governo “legittimato dal voto”.
Giuseppe Rigotti